L'intervista
Il paradosso del leghista Tiramani: vaccinato con Reithera e senza Green pass
A differenza di altri esponenti della Lega, il sindaco di Borgosesia è stato in prima linea per dare il buon esempio: un anno fa ha ricevuto il vaccino sperimentale dello Spallanzani. E ora si ritrova senza certificato verde come altre 900 persone. "Essere trattato come un no vax mi fa infuriare”, ci dice
Vaccini, politica, tattica cinica e onestà intellettuale. A mischiare tutto possono succedere cose paradossali. Per esempio che un sindaco e deputato leghista che si definisce da solo “fortemente e assolutamente pro vax e pro Green pass” si ritrovi vaccinatissimo, ma senza carta verde. Per un paradosso appunto. Eh si perché Paolo Tiramani, 38 anni, sindaco di Borgosesia, comune del vercellese e deputato del Carroccio, è talmente pro vax che un anno fa decise di sottoporsi alla sperimentazione del vaccino italiano di Reithera e istituto Lazzaro Spallanzani. E così proprio lui, fiero sostenitore del green pass all’interno del partito di governo che più ha criticato questa misura, si ritrova senza il certificato di avvenuta vaccinazione per un vuoto normativo.
“Sul tema - ci spiega - ho una mia visione che è confortata dai dati: il giorno successivo all’uscita del decreto Covid c’è stato un bum di vaccinazioni e questa notizia, io che sono pro vax, non posso vederla che come una cosa molto positiva”. Qualcuno, anche nel suo partito, dice però che è una restrizione della libertà individuale… “Penso che la libertà personale ci sia fino a quando non colpisce quella degli altri: in Italia c’è un 20-30 per cento della popolazione che non vuole vaccinarsi, in questo modo tra qualche mese rischiamo di trovarci di nuovo in lockdown e con gli ospedali pieni, per questo una misura del genere è assolutamente giusta. È inaccettabile pensare che una minoranza mini la sicurezza e la libertà di tutti”. Sul punto Tiramani auspica che non ci siano più ambiguità. “Non credo si possa essere davvero contro il Green pass, anche i dati francesi sulle ospedalizzazioni dei vaccinati che contraggono le varianti lo confermano: solo la somministrazione del vaccino ci mette al sicuro”. Proprio per questo il deputato leghista è arrabbiatissimo. “Essere trattato come un no vax mi fa infuriare”.
Ma come mai proprio Reithera? “L’anno scorso – racconta il sindaco di Borgosesia – mi chiamò il primario d’Infettologia dell’ospedale della provincia, mi informò della sperimentazione e chiese a me e ad altri sindaci di sottoporci alla vaccinazione per dare l’esempio: alcuni ricevettero il placebo, altri, come me, il vaccino. Poi la Corte dei Conti ha interrotto quella sperimentazione”. Tiramani è in buona compagna: in tutta Italia sono 900 le persone che hanno ricevuto il siero dello Spallanzani e adesso si trovano con anticorpi alti – dunque senza la possibilità di ricevere un nuovo vaccino –, ma senza green pass perché il siero di Reithera non ha concluso la sperimentazione. “Ne ho parlato già con entrambi i sottosegretari alla Salute, Andrea Costa e Pier Paolo Sileri, mi auguro che la cosa si possa risolvere facilmente. Basterebbe una circolare del ministero per sottoporre i vaccinati con Reithera a test sierologico per vedere quanti anticorpi hanno, così da fornire il green pass o permettere una nuova vaccinazione in caso di valori anticorpali bassi”.