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Così Bonafede spiega il suo sì imbarazzato alla riforma Cartabia
L'intervento integrale dell'ex Guardasigilli in sede di voto finale sulla riforma del processo penale: "Non rispondo alle provocazioni, la giustizia è dei cittadini e il M5s ne ha evitato la deriva"
La stagione Bonafede verso l'archiviazione. Ma prima dell'approvazione della riforma Cartabia sul processo penale, ieri alla Camera ha preso la parola proprio il protagonista di quella stagione, l'ex Guardasigilli del M5s. Nel corso delle dichiarazioni di voto, Bonafede ha rubato per un attimo la scena tentando di giustificare il sostegno del suo partito al nuovo testo di legge che prende il posto di quello a sua firma. E già dall'inizio il suo intervento sembra tutto incentrato a uscirne illeso: "Non intendo rispondere a nessuna provocazione", ha subito chiarito."Oggi parliamo di giustizia, di riforma del processo penale. Un settore fondamentale che riguarda la tutela dei diritti di tutti i cittadini italiani: la giustizia non è una questione personale".
Poi il tentativo di difendere il movimento dalle accuse di giustizialismo. "Il nostro dovere è parlare del merito di questa riforma e concentrarci sui fatti", ha detto il deputato del Movimento 5 stelle. "Il primo punto importante è che il governo Draghi ha scritto in fretta e furia, spinto dall'Europa, una riforma nuova che va a cancellare completamente quanto costruito durante Conte II. Facendo passare un messaggio pretestuoso, di un Movimento giustizialista e completamente disinteressato dei tempi della giustizia e delle garanzie costituzionali: smettetela di mentire al popolo italiano".
"Nessuno ha avuto attenzione a questi temi quanto noi: il processo si deve concludere in tempi ragionevoli ma con un accertamento dei fatti, non deve andare al macero. Perché mandare al macero un processo è il peggior fallimento dello stato di diritto e ne dichiara la resa incondizionata. Ed è in quest'ottica che il Movimento ha alzato le barricate", ha detto l'ex ministro. Barricate che fuori di metafora sarebbero i 916 emendamenti al testo originario presentati prima dell'accordo sulla prescrizione. "Siamo stati gli unici a farlo nella maggioranza, orgogliosamente, per difendere con intransigenza i valori della giustizia che questa riforma avrebbe rischiato di far venire meno".