Il caso
Caso Durigon e gli attacchi a Lamorgese: ecco perché Draghi è paziente con Salvini
A Palazzo Chigi si punta a far passare l'agosto. Poi sul braccio destro di Salvini il capo del governo seguirà l'indicazione del parlamento. Solo dopo, non prima
Il premier non interviene sul caso del sottosegretario del Carroccio, che però non è visto bene dall'asse del Nord del suo partito. Tanto che circola il nome del sostituto: Massimo Bitonci
“Il presidente ci penserà al ritorno dalla pausa estiva”. E’ il modo con il quale da Palazzo Chigi restano lontani dal caso Durigon, ma anche dalla cagnara di Matteo Salvini contro Luciana Lamorgese. Con una discreta dose di realismo, si lascia correre, per il momento, nelle stanze del governo. Al centro, certo, c’è sempre il leader della Lega: alza i toni nei confronti del ministero dell’Interno per “l’emergenza sbarchi” e spera che intanto passi il buio della nuttata in cui si è cacciato il sottosegretario all’Economia. Durigon di Salvini è amico e braccio destro. E’ l’emblema del nuovo partito che spesso fa storcere la bocca all’asse del nord, a Giancarlo Giorgetti e Luca Zaia. L’ex sindacalista dell’Ugl dopo l’uscita sul parco di Latina da intitolare di nuovo ad Arnaldo Mussolini, a dispetto di Falcone e Borsellino, ha chiuso le comunicazioni. Ed è andato in vacanza. Gli hanno consigliato di non rispondere ai giornalisti. Intanto ripete agli amici che non è nostalgico del Ventennio che è stato frainteso. Voleva solo dire il parco dovrebbe riprendere l’antica denominazione e che a Falcone e Borsellino andrebbe intitolato qualcosa di più di un giardino pubblico, ma la piazza antistante. Anche se questa seconda parte, nel video del suo intervento non c’è. Ma che succederebbe se passasse la mozione di sfiducia?
I rossogialli sono compatti, Italia viva ha battuto un colpo, e niente più, con Teresa Bellanova.
Durigon – nel mirino anche per un audio pubblicato da Fanpage in cui si vanta di aver piazzato lui il comandante della Finanza che indaga sui 49 milioni di euro scomparsi dalle casse del suo partito – è sicuro che alla fine tutto si sgonfi. Anche Salvini la pensa così: polemiche di ferragosto, le chiama. “Claudio al massimo è un pacioso democristiano, altro che fascista”, scherza e minimizza l’amico del cuore Matteo. E’ vero però che nella Lega Durigon ha molti nemici. Da Via Bellerio già fanno circolare i possibili sostituti. Su tutti Massimo Bitonci, già sottosegretario all’Economia nel governo Conte I. Uno scenario a cui però Salvini non vuole pensare, mentre continua ad attaccare chi ha preso il suo posto al Viminale. Senza tregua.
Draghi aspetterà, zero ansia, l’esito del voto della mozione su Durigon. E poi subito dopo ne trarrà le conseguenze, ma non prima. Una eventuale rimozione del sottosegretario dell’Economia a settembre, è il ragionamento minaccioso di Salvini, aprirebbe “nel peggiore dei modi il semestre bianco”. Sarebbe un segnale che farebbe alzare ancora di più la tensione, ma che non lo porterebbe mai fuori dal governo alla vigilia della grande partita per la presidenza della Repubblica.
E quindi c’è da far passare l’agosto. Per tutti. Su questa vicenda Pd, M5s e Leu vanno dritti con una batteria di dichiarazioni giornaliere e appelli a Draghi, che per il momento però si perdono e diventano sottofondo tra i corridoi semivuoti di Palazzo Chigi. Nel governo si cercano le ricadute del possibile scalpo di Durigon, anche se a nessuno sfugge la freddezza con la quale Draghi dà il commiato a chi diventa un problema (come il caso della delega all’aerospazio di Bruno Tabacci). Anche nella Lega si aspetta. E c’è chi, lassù al Nord, si frega le mani.