Le pericolose bugie di Giorgia Meloni sui vaccini

Luciano Capone

Falsità sul green pass, menzogne sulla vaccinazione dei ragazzi, modelli esteri citati a casaccio. Ignoranza o malafede? In ogni caso non c'è nulla di più anti patriottico che smerciare bufale durante una pandemia per raccattare qualche voto tra i No vax

Bisognerà solo capire se è ignoranza o malafede, perché sulla quantità non ci sono dubbi: ce n’è in abbondanza. In un’intervista alla Verità, Giorgia Meloni fa una serie di affermazioni sui vaccini che – data l’importanza sanitaria, politica ed economica della gestione della pandemia – sono tanto imbarazzanti quanto preoccupanti per una personalità che aspira a guidare il paese. “Hanno puntato tutto sul vaccino, che però in base ai dati non ferma il contagio”, dice riferendosi al governo la leader di Fratelli d’Italia (FdI). E’ un’affermazione falsa perché, come indicano evidenze ormai solidissime, il vaccino ha già ridotto notevolmente il contagio: non blocca la trasmissione al 100%, ma dire che “i vaccini non fermano il virus” è una menzogna o una falsità.

 

Dello stesso livello sono gli argomenti della Meloni contro la vaccinazione dei minorenni: “E’ importante vaccinare gli anziani e le persone fragili, non inseguire i ragazzini” dice, aggiungendo che non vaccinerebbe una figlia di 12 anni “perché ritengo non sia ragionevole, visto il rapporto rischi-benefici”. Il limite a 18anni è già un passo avanti, perché fino a un mese fa era molto più elevato: “Non consiglierei a nessuno sotto i 40 anni di fare il vaccino”, era l’indicazione del capogruppo Francesco Lollobrigida. La posizione di FdI era sbagliata allora e lo è anche ora. Innanzitutto non è vero che il rapporto rischi-benefici sia sfavorevole alla vaccinazione dei minori, anzi. La Società italiana di Pediatria, ad esempio, “raccomanda la vaccinazione Covid-19 per tutti i bambini e gli adolescenti di età pari o superiore a 12 anni”. E’ la stessa raccomandazione fatta negli Stati Uniti dall’American Academy of Pediatrics e dai Centers for disease control and prevention (Cdc). Ma Giorgia Meloni dice di avere altri riferimenti: “Sul vaccino ai minorenni la penso come i governanti di Francia e Gran Bretagna: sono tutti No vax, o forse sono meno zelanti di noi con le case farmaceutiche?”.

 

La leader di FdI ha cambiato punti di riferimento: fino a qualche settimana fa citava la Germania, che non raccomandava i vaccini sotto i 18 anni (eccetto i fragili). Ora che però la Germania, da qualche giorno, si è allineata agli altri paesi e consiglia il vaccino a tutti i ragazzi nella fascia d'età tra i 12 er i 17 anni non viene più citata come modello. Meloni dice di pensarla come i governanti francesi, ma evidentemente non sa come la pensano: in Francia il governo e l’Haute Autorité de Santé raccomandano fortemente il vaccino agli adolescenti. Non a caso, in soli due mesi, quasi il 60% dei ragazzi francesi tra 12 e 17 anni ha già ricevuto almeno una dose. Quanto al Regno Unito, da poco il Joint Committee on Vaccination and Immunisation (Jcvi), ha esteso la raccomandazione, che prima era dai 18 anni in su, a tutti i ragazzi di età compresa tra 16 e 17 anni, in attesa di nuovi dati per la fascia 12-15 anni. Quindi, molto presto, anche il Regno Unito potrebbe allinearsi, come ha fatto la Germania, agli altri paesi occidentali come Stati Uniti, Israele, Italia e Francia.

 

Della stessa scadente fattura sono le obiezioni al green pass. Meloni dice che la sua strenua opposizione, con la richiesta di tampone gratuito, è “per non produrre discriminazioni con il green pass, anche nei confronti di chi non si può vaccinare, come i malati oncologici o le donne in gravidanza”. Meloni ignora, volontariamente o meno, e non si sa cosa sia peggio, che la norma sul green pass già prevede un’esenzione per chi non può vaccinarsi a causa della propria condizione sanitaria. E non rientrano, al contrario di ciò che falsamente afferma, le donne in gravidanza (per le quali è raccomandata la vaccinazione) e i malati oncologici che, anzi, erano inseriti nelle priorità della fase 1 proprio per la la loro condizione di fragilità. Le linee guida internazionali prodotte dalle società scientifiche di oncologia medica, ricorda l’Airc, sono tutte concordi: “I malati di cancro devono vaccinarsi appena è possibile perché i rischi che corrono in caso di infezione sono molto elevati”.

 

Per la Meloni “alcune posizioni del governo sembrano più attente a smerciare il vaccino che a combattere il Covid”. In realtà il vaccino è proprio l’arma più importante per combattere il virus. Eppure c’è chi, per raccattare qualche voto tra i No Vax, è più impegnato a smerciare bufale sui vaccini che a combattere il Covid. E non c’è nulla, durante una pandemia, di più anti patriottico e contrario all’interesse nazionale.

 

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali