I dossier di Palazzo Chigi

Draghi ragiona su un provvedimento accoglienza. Inizia il "cantiere" legge di Bilancio

"Si farà di tutto per portare in Italia le studentesse afghane"

Carmelo Caruso

Il Fisco, la concorrenza, legge di Bilancio e il nodo Afghanistan. Riprende l'andatura del governo Draghi. Allo studio un provvedimento, un percorso per fare tesoro delle parole di Mattarella sull'accoglienza. Ed è arrivato il momento di spendere "e bene" le risorse del Pnrr

Un governo di fronte a una tragedia come quella dell’Afghanistan deve accogliere. Un buon governo deve fare qualcosa in più: accogliere con “un percorso”. E’ dunque allo studio di Palazzo Chigi un provvedimento che ha come oggetto il tema dell’accoglienza perché come ha detto Sergio Mattarella (chi poteva dirlo meglio?) “è sconcertante sentire politici esprimere grande solidarietà agli afghani salvo dire ‘che restino lì’. Tutto questo non è all’altezza dei valori della Ue”. Sono parole magnifiche e coincidono perfettamente con il sentimento di Mario Draghi


Potrà essere un decreto, non si promette una data, ma si garantisce una cosa: l’accoglienza dei rifugiati afghani sarà un modello e nessuno si dovrà permettere di speculare. Non ci saranno mai più campi di fortuna, ma profughi integrati e accompagnati al lavoro. Gli sarà offerta la possibilità di ricominciare. Deve essere un’accoglienza all’altezza dell’Italia. Ci lavora il governo insieme a due ministri che godono della stima del premier. Sono Lorenzo Guerini, ministro della Difesa, e Luciana Lamorgese, dell’Interno. Sarebbe facile chiamarlo decreto. Perché non lo si fa? Perché “percorso” è la parola opposta alla fretta e perché “percorso” significa che si sceglierà lo strumento normativo più adatto. E dato che si parla di fretta, una precisazione. Qualcuno ha detto che il governo italiano ha dimenticato le “studentesse de La Sapienza” a Kabul. Lo ha detto qualcuno in malafede e non meriterebbe una replica se non ci fosse questa promessa. Il governo farà “di tutto per portare a casa queste ragazze sfortunate” che non ce l’hanno fatta a raggiungere l’aeroporto. Si proverà con i corridoi umanitari. Non c’è un nome di quella lista, non uno che si dimenticherà. Capitolo risorse. Le risorse economiche ci sono. Parliamo di oltre 120 milioni di euro destinati alle missioni internazionali che possono essere spostati sulla missione delle missioni. Questa. Ma c’è poi un’attività di governo che non ha mai smesso e che riparte con l’intensità di luglio. E’ l’andatura che ha consentito di approvare la riforma Cartabia.

 

L’agenda è presto aggiornata: il ddl fisco e il ddl concorrenza. E’ anche arrivato il momento di pensare alla legge di Bilancio. Il ministro Daniele Franco ha squadernato questo dossier che si aggiunge alla riforma degli ammortizzatori sociali e al solito decreto antidelocalizzazioni che però non lo tocca da vicino. I protagonisti sono due: Giorgetti e Orlando. Giorgetti, il ministro dello Sviluppo economico, ha capito che la migliore delega è quella che non si affida. Ha ripreso nelle sue mani la bozza che la sua viceministra Alessandra Todde (M5s) non ha saputo maneggiare. Troppe anticipazioni alla stampa, premature. Troppo ideologia, poca sensibilità nei confronti delle imprese. Ieri pomeriggio, a Palazzo Chigi, intorno a un tavolo, si è seduto in compagnia di Orlando. Hanno ragionato. Si fa così fra ministri. Orlando ha manifestato statura di governo. E’ un uomo di temperamento, ma domenica, quando i giornalisti volevano contrapporlo a Carlo Bonomi, il presidente di Confindustria, che lo aveva redarguito per la seconda volta, Orlando ha saputo trattenersi: ha detto tutto quello che doveva dire per non dire. Insomma, ha detto: “Mi dispiace per gli attacchi, ma andiamo avanti”. Ha domato il suo fuoco.

 

Proseguiamo con l’agenda. I sindacati del settore dei trasporti, ieri, e lo notavano a Palazzo Chigi, si sono dichiarati soddisfatti e parlato “di monitoraggio congiunto, azioni condivise”. Si chiamano segnali di distensione. Cosa resta ancora di notevole da riferire? Il Pnrr. I soldi sono davvero arrivati e come sempre, con una frase frusta, “vanno messi a terra”. Il governo vuole che si “spenda e si spenda con onestà”. E’ stata scelta una donna come Chiara Goretti a capo della segreteria tecnica del Pnrr. Anche qui, poca enfasi. Draghi ha capito che in Italia si carica tutta la responsabilità su qualcuno perché se ne vuole sempre scaricare un po’ della propria. Fiducia, affidabilità. La persona è giusta. Non c’è dubbio. Ma il ruolo della Goretti è “vigilare, incoraggiare, non è quello di sostituire”. Riempirla di complimenti, che merita, non riduce la responsabilità delle amministrazioni. A ciascuno il suo pezzo di Pnrr.

 

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  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio