Agenda europea
“Il Pd guidi il nuovo fronte anti sovranista. Da Speranza a Di Maio e Carfagna”. Parla Nardella
"Su temi come l’Europa, il lavoro, i diritti civili, ho sentito una forte convergenza", dice il sindaco di Firenze, che martedì ha ospitato alla festa dell'Unità gli esponenti di Leu, M5s e Forza Italia. Bonaccini? "Figura preziosa. Impegnato a dare una mano, non a tessere trame personali"
Da Leu a Forza Italia, “ma anche Azione, Iv e Più Europa”. Tutti dentro, o quasi. Nel solco di un nuovo campo riformista ed europeista, in grado di rispondere alle sfide che la storia presenta oggi. La suggestione, questa volta, arriva da Firenze: “Una proposta di lungo respiro, basata sulle idee e non sulla brutta abitudine di costruire alleanze come fossero album di figurine. Un’idea che nasce dalla constatazione di quello che sta succedendo in Italia e in Europa”. Martedì, in occasione della locale festa dell’Unità, il sindaco di Firenze Dario Nardella ha ospitato in un dibattito Roberto Speranza, Mara Carfagna e Luigi Di Maio, per delineare i confini di questa nuova prospettiva progressista.
“Esiste ormai un bipolarismo che rappresenta un’evoluzione della tradizionale dicotomia tra sinistra e destra, tra socialdemocratici e conservatori. Su temi come l’Europa, il lavoro, i diritti civili, ho sentito una forte convergenza”, spiega al Foglio Nardella, secondo cui un disegno politico realmente proiettato verso Bruxelles, in contrapposizione ai sovranismi, è finalmente una possibilità concreta. Eppure questo percorso è stato prospettato più volte negli ultimi anni, ma spesso con scarsi risultati. Perché dovrebbe essere la volta buona? “Fino ad ora, l’errore è stato concepire le alleanze come formule tattiche, da confezionare a ridosso delle elezioni. Credo però che oggi ci sia un’accelerazione vera, dettata da due grandi temi”. Quali? “Il primo è la pandemia, a cui si lega il rilancio economico. E l’altro è la crisi internazionale, di cui l’Afghanistan è solo l’ultimo dei capitoli. Questi due fatti stanno accentuando la polarizzazione tra sovranisti ed europeisti”. Ci spieghi meglio: “Ci sono forze conservatrici che strizzano l’occhio ai No vax, propongono formule economiche protezioniste, in contrasto con la grande sfida lanciata dal Pnrr di un debito comune europeo. E anche sul fronte afghano: da un lato quelli che denunciano i talebani e il terrorismo, ma poi dicono che ‘non possiamo farci niente, stiano a casa loro’; dall’altro chi crede nella necessità di una politica estera comune, senza la quale l’Ue non farà mai il salto di qualità”.
Di qui, insomma, l’esigenza non più rimandabile di costruire il nuovo orizzonte in cui i dem, nel ragionamento del sindaco, devono svolgere un ruolo centrale: “Un Pd che vada oltre se stesso, che ambisca a riunire tutti gli europeisti, senza subalternità e arroganza”. Ed è il segretario Letta la persona giusta per questo compito? “Ha l’esperienza e la sensibilità e per essere più forte dovrebbe avvalersi della grande energia che viene dai territori, la qualità di una classe dirigente locale che ha consenso, competenza e legittimità politica”, è la risposta di Nardella, forse una velata critica. Dopotutto c’è anche chi ritiene che il segretario del Pd sia troppo appiattito sull’asse con Giuseppe Conte. “Abbiamo fatto continuamente l’errore di percepire quella con il M5s come un’alleanza esaustiva. E’ stata una fusione a freddo, non sui contenuti. E invece il Pd deve sfidare i grillini sui temi, dalle infrastrutture all’economia”, dice ancora Nardella, quasi individuando a monte un peccato originale.
Quello di Zingaretti: “Non era un segretario isolato, c’era un gruppo dirigente che ha sopravvalutato la forza di un’intesa che non si basava su un reale confronto. Letta può fare ora un passo avanti, superando quegli errori”. Intanto però c’è chi, dall’interno del Pd, segnala un certo attivismo da parte di Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna e riferimento per gli amministratori dem, che negli ultimi tempi pare giocare di sponda con Di Maio. Quasi a voler preparare il terreno verso il prossimo congresso e verso nuovi scenari. “Sono interpretazioni figlie di un tatticismo esasperato e chi all’interno del partito la pensa in questo modo, sbaglia”, dice ancora Nardella, gettando acqua sul fuoco: “Io vedo in Di Maio una persona equilibrata, ragionevole, che ha fatto molti passi in avanti. Così come Bonaccini è una figura indiscutibile e preziosa del nostro gruppo dirigente. Lo vedo impegnato a dare una mano, non a tessere trame personali. Assolutamente”.