il candidato che non decolla

Sulla campagna elettorale di Michetti, Meloni ci mette la faccia. Letteralmente

Gianluca De Rosa

Il candidato di centrodestra per il Campidoglio non sembra aver ancora intercettato l'affetto dei romani. Tocca alla leader di Fratelli d'Italia farsi avanti per cercare di recuperare consensi. Il timore del voto disgiunto e il rebus ballottaggio 

“Ah ma quindi non si candida Giorgia”. Visi crucciati. Sopracciglia tirate all’insù. Qualche romano in fondo ancora non l’ha capito bene. D’altronde i cartelloni elettorali tendono a ingannare. Il profilo destro di Giorgia Meloni guarda passanti e automobilisti dalla sinistra del cartellone. “Amministrative 2021. L’Italia del riscatto”, si legge. Subito sotto il logo di Fratelli d’Italia con la grande scritta “Giorgia Meloni”. I disattenti rischiano di perdere un dettaglio piccolo, ma essenziale. Proprio in fondo a sinistra. “Per Michetti sindaco”. 

 

   

Quella della leader di Fratelli d’Italia è una scelta precisa. Un piano di emergenza per salvare un candidato sulla carta favoritissimo, ma che oggi rischia di perdere in qualsiasi scenario le elezioni amministrative capitoline. Bisogna sovrapporsi a Michetti, identificarsi con Michetti, dire “se voti Michetti, voti Meloni”. Travasare tutta la forza della leader del partito che lo ha scelto sul candidato sconosciuto e un po’ svagato che non sembra aver ancora intercettato l’affetto dei romani. Non a caso proprio oggi la presidente di Fd’I accompagnerà Michetti in un giro di tre tappe in zona Tiburtina. Alle 16.15 saranno a Casal Bruciato per l’apertura del nuovo commissario, poi, poco più in là, Pietralata, per un incontro con i commercianti nei giardinetti di largo Beltramelli. Stesso format con i commercianti alle 17.45, ma in piazza Balsamo Crivelli (sempre Casal Bruciato). Un tutoraggio continuo, una marcatura a uomo in parte prevista (Meloni aveva promesso di seguire il suo candidato proprio perché poco noto), ma che con il tempo è diventata necessaria per cercare di puntellare il consenso personale di Michetti.

 

La ragione è semplice. Meloni lo aveva scelto considerandolo il profilo o giusto. Avvocato, uomo competente, ma popolare. Un profilo indubbiamente rassicurante, non divisivo, e, soprattutto, capace di allargare al ballottaggio i consensi dei partiti del centrodestra. Bisognava solo superare l’ostacolo della poca notorietà del personaggio. Si puntò sull’ironia. I cartelloni elettorali con la foto dell’avvocato amministrativista con la scritta “Michetti chi?” e una serie di risposte per raccontare il candidato apparvero un po’ in tutta Roma. Ma tra gaffe e digressioni grottesche sull’impero romano, Michetti non è ancora riuscito a fare breccia nei cuori dei cittadini (per evitarne le gaffe, qualche settimana fa, intanto, è arrivato Luigi Di Gregorio, professore della Luiss ed esperto di campagne elettorali). In tanti non sanno ancora bene chi sia Michetti e molti di quelli che l’hanno capito non sono rimasti entusiasti.

 

I sondaggi sono impietosi. Spiega un noto esponente di Fratelli d’Italia: “Il paradosso adesso è che noi siamo certi di riuscire ad arrivare al ballottaggio, ma sappiamo che vincere sarà un’operazione complicatissima, partiamo indietro contro tutti gli altri candidati”. La preoccupazione riguarda il voto disgiunto. Perché se è vero che le liste collegate a Michetti arriveranno senz’altro prime (con Fratelli d’Italia e Lega motori formidabili) il timore è che molti di quelli che sceglieranno i partiti del centrodestra, sulla colonna del sindaco segnino invece di Michetti il nome di Carlo Calenda. Il voto disgiunto è cosa da elettori sofisticati, ma in Fratelli d’Italia sono tutti convinti che Michetti prenderà meno preferenze dei partiti che lo sostengono, perdendo diversi consensi in favore del leader di Azione. Al primo turno, comunque, non dovrebbe essere un problema. Ma al ballottaggio? Come si fa quando per vincere al peso dei partiti si deve aggiungere il proprio consenso personale? Giorgia Meloni ha cominciato a pensarci e ci ha messo, letteralmente, la faccia.