Cara Lega, niente scherzi su Michetti e Lamorgese. Parla Fidanza (FdI)
Intervista all'europarlamentare di Fratelli d'Italia. "Tra Salvini e Meloni c'è competizione, ma niente guerre". E sui migranti: "Bisogna impedire che partano dall'Africa"
Carlo Fidanza, con la mozione di sfiducia nei confronti di Luciana Lamorgese esiste il rischio di eterogenesi dei fini?
“Non credo affatto, è l’argomento di chi vuole blindare il ministro”.
La Lega dice: senza i numeri in Parlamento, la titolare del Viminale ne uscirà rafforzata.
“Comprendiamo il travaglio che attraversa la Lega da quando sostiene un governo che delude le aspettative, rispettiamo questo travaglio ma non possiamo venir meno alle nostre idee”.
I rapporti con il partito di via Bellerio sono ai minimi storici.
“FdI vive un momento positivo di crescita, ciò reca fastidio a chi perde consenso a causa nostra. Su Lamorgese seguiamo una linea di assoluta coerenza: ci auguriamo che stavolta, a differenza di quanto accaduto nel caso di Roberto Speranza, la Lega sia conseguente e voti a favore della mozione di sfiducia. Lamorgese è un ministro inadeguato, agisce in totale continuità con il governo giallorosso e perciò deve andare a casa. Se la Lega auspica addirittura le sue dimissioni, dovrebbe appoggiare la mozione oppure indicarci una strategia alternativa per rimuoverla dall’incarico. Delle due l’una”.
L’europarlamentare Fidanza è il dioscuro meloniano a Bruxelles, nel senso che di Giorgia Meloni è fidato consigliere di cose europee e non solo.
“Sono lo sherpa delle relazioni internazionali, con Giorgia torniamo da una conferenza importante sul lago Bled in Slovenia dove si è riunito il gotha della politica europea: c’erano Sassoli, Michel, mancava soltanto von der Leyen. Giorgia era l’unico presidente di partito europeo invitato personalmente dal premier sloveno Janez Jansa (presidente di turno del Consiglio Ue, ndr). Giorgia ha ribadito il nostro progetto di Europa confederale e poi, come prevedibile, la discussione si è focalizzata sull’Afghanistan. La nostra proposta originaria, volta ad aiutare i paesi confinanti nella gestione dei profughi, è diventata la posizione ufficiale dell’Ue, solo la sinistra italiana continua a parlare a vanvera di corridoi umanitari…”.
Il blocco navale è un’esclusiva vostra.
“Noi lo abbiamo sempre concepito non come atto di guerra ma come missione congiunta con l’Europa e con le autorità libiche per limitare le partenze e aprire in territorio africano gli hotspot necessari a verificare i requisiti per il diritto d’asilo, in modo da far viaggiare le persone sugli aerei e non sulle imbarcazioni dei trafficanti di esseri umani”.
I muri, in Europa, non sono più tabù: la Grecia ha completato la barriera alla frontiera turca, la Lituania ne sta costruendo una al confine con la Bielorussia.
“Questi paesi, come la Polonia, subiscono l’assedio ricattatorio degli Erdogan e dei Lukashenka. Peraltro, sono governi considerati unanimemente come ‘europeisti’, il che fa a pezzi la retorica mainstream dei pericolosi sovranisti. L’Italia, avendo un confine marittimo, non può erigere muri ma deve realizzare un meccanismo di dissuasione che parta dall’Africa”.
Il presidente della regione Puglia Michele Emiliano, in un inaspettato assist a Salvini, ha detto che l’incontro romano tra il premier ungherese Orbán e la Meloni, in assenza del leader della Lega, farebbe ben sperare per il futuro del centrodestra.
“Nei panni di Salvini diffiderei dei consigli interessati di Emiliano. Per il resto, la visita di Orbán si è limitata alla leader di FdI perché Salvini era in vacanza fuori Roma, il premier ungherese coltiva buoni rapporti con entrambi”.
Come sono invece i rapporti tra i due giovani leader italiani?
“C’è competizione, inutile negarlo, noi però quando eravamo al 4 percento non facevamo la guerra agli altri, adesso ci aspettiamo il medesimo trattamento da parte di chi subisce il processo inverso”.
Lei si tiene lontano da Roma dove FdI ha puntato su Enrico Michetti sindaco: come andrà a finire?
“Mi astengo dalle previsioni, mi lasci dire però che Michetti è il candidato non di FdI ma dell’intero centrodestra che lo sostiene compattamente”.