Michetti scappa ancora

Incontro su trasporti e rifiuti organizzato dalla Cisl. Per la seconda volta il candidato del centrodestra a sindaco di Roma abbandona il confronto. 

Gianluca De Rosa

Neanche fossero Patta, Jacobs, Desalu e Tortu(ognuno disponga le sue preferenze). Più che un confronto quello tra i candidati sindaci a Roma sembra una staffetta. Ma non finita bene come quella dei quattro atleti italiani che hanno ottenuto lo storico oro. Per la seconda volta (la prima era stata a luglio, durante un confronto all'americana nella Casa dell'Architetturail candidato del centrodestra Enrico Michetti ha abbandonato l’agone, ha preferito non correre.

  

L’incontro organizzato dalla Cisl nell’auditorium di via Rieti verteva su trasporti e rifiuti. Non un vero confronto, ma interventi in sequenza: un candidato alla volta sul palco per esporre la propria ricetta sui due temi più scomodi per la politica capitolina. Fuori dalla sala tutto un trafficare di portavoce e staff per evitare pericolosi incroci tra i candidati. 

  
Michetti si dà alla fuga (di nuovo)

Doveva iniziare proprio Enrico Michetti. Intervento previsto alle ore 11. Il candidato del centrodestra però non si è presentato. Fuori gli uomini del suo staff spiegavano “c’è stato un imprevisto ora vediamo”, prima di prendere e andare via. Così a partire è stata Virginia Raggi. Un lungo elenco di cose fatte e di cose ancora da risolvere. Calenda arriva poco prima della fine dell’intervento della grillina e si siede in prima fila pronto a ricevere il testimone oratoriale. Concluso il discorso di Raggi un breve saluto con tanto di baciamano del candidato di Azione alla prima cittadina. Poi, la staffetta continua. Calenda parla e arriva Roberto Gualtieri. Anche lui si piazza in prima fila. Uno scambio di saluti con Calenda “Ciao Roberto”, “Ciao Carlo”, e tocca al candidato del Pd.

   

E Michetti? “Stiamo tornando”, spiegano dal suo staff. E alle 12.55 il candidato del centrodestra arriva effettivamente all’Auditorium. Ma subito fa una scelta diversa dagli altri. Agli organizzatori della Cisl che lo invitano per due volte a sedersi davanti spiega che preferisce rimanere più defilato. Si siede proprio in fondo alla sala, ultima fila. Non passano neanche dieci minuti e questa scelta assume un significato. Gualtieri non ha ancora finito di parlare, l’intervento su Alitalia dura a lungo, Michetti si alza e, senza dire niente a nessuno, esce, sale in auto e se ne va tra le facce attonite di organizzatori, fotografi e giornalisti.

  

La fuga di Michetti. Che cosa è successo?

Ma che è successo? Dal suo staff spiegano: “Aveva un appuntamento alle 13 a Termini con dei lavoratori”. “Ho capito, ma era arrivato a meno dieci”, prova replicare qualcuno. Alzate di spalle. Gualtieri intanto esce ridacchiando: “Ma Michetti se n’è andato di nuovo?”. Gli altri candidati, l’ex ministro dem compreso, si dicono pronti a un confronto tv. “Ma Michetti non vuole”, spiega Calenda. Dallo staff di Michetti ribadiscono che è ancora presto. “Prima Enrico si deve fare conoscere dalle persone”. 

   

Aerei o treni? Michetti lascia il confronto

Qualche malalingua un’idea sulla fuga ce l’ha. “Non aveva capito che bisognava parlare anche di Alitalia”. Michetti però con un comunicato con tanto di foto allegate mostra di essere effettivamente andato a Termini. 

  
“Ho incontrato i lavoratori di Atac, la ricchezza più grande di questa città sono le persone che fanno funzionare la macchina organizzativa. Non potevo farli aspettare per strada”. Poi spiega: “Sono arrivato alla Cisl alle 12.30 e il mio intervento era previsto dopo 15 minuti alle ore 12.45. Alle 13.15 non venivo ancora invitato a parlare quindi mio malgrado sono stato costretto a lasciare l’incontro”. I cronisti presenti, Foglio compreso, però, sanno che Michetti prima delle 12.55 non era ancora arrivato all’evento della Cisl.

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