Il leghista ni vax boccia il certificato verde, quindi lo promuove. E il gruppo alla Camera vive due giorni di passione. Il ministro si ritrova con le imprese del Nord fuori dalla porta: "Ma davvero fate la fronda a Draghi?". Salvini sta in mezzo al guado, e teme lo smacco della Meloni anche in Lombardia
L’uno, con quel broncio proverbiale indurito dalle rogne ministeriali, i suoi malumori li sfoga in privato, dicendo che “questa ambiguità sul green pass ci fa male in vista delle amministrative”. L’altro non ambisce che a prendersi il proscenio, s’esalta perfino quando smentisce se stesso e neppure quando confuta le sue supposte certezze sente il prurito dell’imbarazzo. Due giorni fa l’uno e l’altro, Giancarlo Giorgetti e Claudio Borghi, si sono ritrovati a pochi metri di distanza. Il primo seduto ai banchi del governo, nell’Aula di Montecitorio. L’altro al suo scranno, quello da cui lanciava anatemi strampalati contro uno strumento che ha poi accettato di promuovere. E in quel poco spazio, c’era il grumo di contraddizioni che Matteo Salvini non sa dipanare.
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