Iscritto alla Fgci dagli anni Settanta (“avevo quattordici anni, e in un colpo solo presi la tessera e mi dichiarai omosessuale”), militante del Pci appena diventato maggiorenne, dirigente nazionale dei Ds e infine del Pd, leader dell’Arcigay per un decennio, Aurelio Mancuso non gira intorno alla questione: “Il Pd è il mio partito, ma non ho difficoltà a dire che non gliene importa una cippa dei diritti e delle libertà individuali”.
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