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Propaganda ingannevole

Le polemiche di Salvini contro Lamorgese alla prova statistica. Numeri

Francesco Gottardi

Più immigrati, meno crimini (e forse anche meno paure individuali). C'è un nemico contro cui la retorica del Carroccio si squaglia: la statistica. L'Italia del 2021 è la più sicura degli ultimi dieci anni 

Gli sbarchi tornati a salire, il rave party nel viterbese, fino al richiedente asilo che accoltella sei persone a Rimini: "Dal punto di vista del controllo della sicurezza c'è qualcosa che non va", continua a ripetere da mesi Matteo Salvini, all'attacco sempre più deciso contro il ministro dell'Interno Lamorgese. Eppure, quello del leader leghista, è un disco rotto. Non solo per incessante ripetitività, ma soprattutto perché non funziona nei contenuti: l'Italia del 2021 è un paese più sicuro di quanto fosse nel 2020. Che a sua volta è stato meglio del 2019, e così via per almeno un decennio a questa parte. I dati su criminalità e immigrazione sono cristallini e raccontano una realtà completamente diversa dalla narrativa salviniana. Che sguazza fra bias cognitivi, percezione emotiva del pericolo e sovrastima dei piccoli numeri - il singolo caso di cronaca elevato a paradigma dello status quo nazionale. Per poi evaporare davanti alla statistica.

 

I numeri sulla sicurezza

Partiamo dall'ultimo dossier pubblicato dal Viminale, sui dati relativi a sicurezza e ordine pubblico nel periodo di riferimento 1 agosto 2020 / 31 luglio 2021. Elemento clou: i delitti totali avvenuti in Italia sono diminuiti del 7,1 per cento rispetto ai dodici mesi precedenti (1.875.038 contro 2.019.277). Il quadro è ancora più significativo suddividendo i casi per tipologia: calano del 6,4 per cento gli omicidi (fino all'8,3 per cento, fra quelli nella sfera domestica, e addirittura al 13,9 fra i femminicidi), del 3,8 per cento le rapine e del 12,8 i furti. In forte controtendenza invece le truffe (+16,2 per cento) e i crimini informatici (+27,3), che dopo l'attacco hacker alla regione Lazio si preannunciano fra le nuove grandi sfide degli anni a venire. Inoltre, associare la riduzione della criminalità con l'Italia in lockdown sarebbe un'ipotesi molto difficile da sostenere: quanto successo nell'ultimo anno non è un'eccezione ma la conferma di un trend evidente, con i delitti complessivi che erano 2.812.936 nel 2014 (con 555 omicidi, quasi il doppio dei 276 di oggi).

 

 

Un altro elemento da sottolineare è che la linea Salvini, oltre che con i fatti, cozza anche con le percezioni soggettive: la parte di popolazione che ritiene abbastanza o molto alto il rischio di criminalità nella zona in cui vive è diminuito dal 25,6 al 22,6 per cento (fonte Istat). Si tratta comunque di un errore frequente e bipartisan, a seconda dei campi di battaglia. L'urgenza rivendicata dal fronte dem per il ddl Zan, ad esempio, non è supportata dai dati: anche i crimini d'odio sono in calo del 16,5 per cento (da 498 a 416 nell'ultimo anno). Mentre sono in aumento gli atti intimidatori contro amministratori locali (+15,3 per cento) e lavoratori in ambito mediatico (+11,1 per cento) - ecce i No pass.

 

I numeri sull'immigrazione

Qui il leitmotiv di Salvini diventa un grande autogol. Perché è vero che la pressione migratoria dal Mediterraneo sta tornando a crescere: il dipartimento della Pubblica sicurezza ha appena diffuso i dati aggiornati al 10 settembre 2021 e quest'anno gli sbarchi (41.088) sono il doppio di quelli dell'anno scorso nello stesso periodo (20.578), quasi otto volte quelli del 2019 (5.794) - nella vita quotidiana cifre comunque impercettibili, 3 persone ogni 100mila cittadini italiani, anche prima della stagione Minniti, quando gli sbarchi annui erano 180.000. Ma mentre in Italia sono aumentati gli immigrati, la criminalità è diminuita. Ed è vero che per stabilire eventuali rapporti di causa/effetto occorrono studi approfonditi, ma anche con dati semplici come quelli appena riportati si può mettere a fuoco la questione. Inoltre rimane stazionario anche il numero di stranieri regolarmente residenti (circa 5 milioni in totale da cinque anni a questa parte, nel 2020 40mila in più sul 2019), che tuttavia era aumentato esponenzialmente dal 2001 (1,3 milioni) al 2015.

 

 

Il problema è che la realtà è un materiale ben poco spendibile, rispetto al fascino sempreverde del negher delinquente. Il disco rotto di Salvini. Che ora forse però perde posizioni, anche nella hit parade dei sondaggi.

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