l'intervista
Confindustria Bergamo striglia i sovranisti: "Chi si oppone al green pass rema contro le aziende"
Il messaggio di Scaglia, presidente degli industriali bergamaschi alla Lega: "Salvini medita di uscire dal governo? Sarebbe uno scenario preoccupante. La vera misura liberticida è tornare ai lockdown"
Sarà anche per tutto quello che ha dovuto vivere questa provincia negli ultimi 18 mesi che Stefano Scaglia, presidente di Confindustria Bergamo, non cerca rifugio nelle parole di circostanza. “L'uso esteso del green pass adottato dal governo è una misura che vuole incentivare alla vaccinazione. E' pensata per riaprire le scuole, la gran parte delle attività ma soprattutto garantire la sicurezza sul posto di lavoro. Per questo noi imprenditori la sosteniamo con convinzione. Anche perché sbaglia chi pensa che l'emergenza sanitaria sia finita, in particolare adesso che ci avviciniamo alla stagione invernale. Appoggiare chi si oppone al green pass va contro l'interesse collettivo”.
Guardare la ripresa da Bergamo, una delle terre più martoriate dal virus, fa un certo effetto. E forse è anche un simbolo, forte, di rinascita. “Stiamo osservando una crescita elevata sia sul fronte interno che sul fronte dell'export, che ci dà grande entusiasmo e buone aspettative per il futuro. In questi mesi abbiamo recuperato tutto quello che avevamo perso nel 2020 e registriamo numeri superiori a quelli di due anni fa”, racconta Scaglia. Allora perché fermarsi adesso?
Il tema è sempre quello. Ne abbiamo scritto durante le ultime settimane. Il nord che lavora e produce costretto a volgere lo sguardo verso le smargiassate istituzionali di alcuni esponenti leghisti come il deputato Claudio Borghi, che ammiccano ai no vax. E che mentre il governo cerca di trovare una sintesi puntuale sugli strumenti per continuare ad aprire il paese e non dover più tornare indietro, si spingono a denunciare il certificato verde come una misura liberticida. “Credo che a queste persone vada fatta una semplice domanda: qual è la loro soluzione? Perché mi viene il dubbio che chi si oppone al green pass non capisca che l’alternativa è che si richiuda di nuovo tutto. Per i proprietari dei bar, dei ristoranti, delle attività commerciali e delle aziende è forse una misura di libertà tornare ai lockdown? Non credo”, ragiona Scaglia. “Rispetto agli scorsi inverni abbiamo un elemento come i vaccini, che ci possono tirare fuori dall'emergenza. E allora dobbiamo vaccinare, non creare ostacoli alla vaccinazione”.
Quel che sta emergendo dai colloqui con gli industriali del nord è un unanime apprezzamento per come il governo sta affrontando questa fase di rimbalzo dell'economia. E anche il presidente degli industriali bergamaschi sembra essere sulla stessa lunghezza d'onda: “Il premier Draghi, ma anche i suoi ministri, si stanno muovendo bene. In questa stagione deve prevalere la responsabilità alle divisioni di natura ideologica tra i partiti. Sulla salute non si può imbastire una campagna elettorale: l'interesse collettivo è più importante dell'interesse particolare delle forze politiche. E da questo punto di vista la risposta concreta che stanno fornendo i governatori credo sia molto significativa”.
C'è ancora molto da fare, e come sottolinea Scaglia “il governo deve affrontare ancora delle sfide molto impegnative, come le riforme per dare seguito al Recovery. Ha bisogno che tutti remino nella stessa direzione”. Non ci si può, insomma, distrarre rispetto agli obiettivi di fondo. “Adesso siamo immersi in una forte spirale di crescita, ma prima o poi l'effetto degli incentivi e di una politica monetaria espansiva verrà meno. E lì che dovremo essere bravi a saper mantenere la barra dritta su uno scenario di crescita più stabile nel tempo”. Segnalate una difficoltà nel reperire personale, cosa può fare la politica per semplificarvi la vita? “Il tema occupazionale lo affronti solo con la pianificazione, ma abbiamo il dovere di far crescere l'occupazione femminile già nel breve e medio termine. Così come di abbassare la quota di chi né studia né lavora. E mi permetto di dire che anche sull'immigrazione bisognerà trovare delle risposte pragmatiche, perché con il Covid la mancanza di lavoratori è diventata evidente”. Insomma c'è bisogno di una responsabilità che non tutti stanno manifestando, più attenti a salvaguardare il proprio elettorato. La Lega sarebbe intenzionata a staccare la spina a Draghi se vanno male le elezioni amministrative, cosa ne pensa? “Che il sostegno al governo in questa fase deve essere deciso. E che se un'ipotesi del genere si verificasse per noi sarebbe uno scenario preoccupante, che non condividiamo”.