Il centrodestra nelle città

"Con Bernardo candidato a Milano, Salvini ha messo in piedi un teatrino". Parla Luigi Amicone

Marianna Rizzini

"La gente è sconcertata, si poteva vincere a mani basse ma si va verso una sconfitta a mani alzate", dice il fondatore del mensile milanese Tempi

In quel di Milano, si è sollevata alta una domanda: ma che sta facendo Matteo Salvini nella città dove combattere non dovrebbe essere un problema per la Lega? La domanda diventa ancora più urgente dopo un fatto: il candidato sindaco di centrodestra, Luca Bernardo, in una chat privata finita in mano alla stampa (con prossimi ricaschi in tribunale), ha fatto trasparire una tale stanchezza per la campagna elettorale perché pare sentirsi privo del sostegno dei due principali partiti che lo sostengono, al punto da chiedere un aumento, per così dire. E intanto, i due partiti con più consensi nella coalizione di centrodestra, Lega e FdI, appaiono in città senza troppo apparire.

 

Il fondatore di Tempi Luigi Amicone, anche ricandidato al consiglio comunale, a quella domanda ha risposto nero su bianco in un pezzo in cui analizza quella che gli sembra “una storia cappottata”, in cui salva solamente Forza Italia, “unico partito della coalizione che ha mantenuto l'impegno a inserire il candidato nel proprio simbolo”: “Salvini ha confuso Milano con Milano Marittima”, scrive. E ancora: “Nel capoluogo lombardo si poteva giocare la partita. Invece, anziché vincere a mani basse, si va verso una sconfitta a mani alzate”.

 

Interpellato in proposito, Amicone dice al Foglio che, durante la campagna elettorale, gli è capitato di incontrare tutti i giorni “gente sconcertata per quello che sembra un teatrino triste e stupido in cui i due principali partiti di opposizione non ci mettono la faccia. E il povero Bernardo deve arrivare al punto di minacciare le dimissioni, vi pare normale?”. Altra cosa che non va giù ad Amicone, nella “storia capottata”, è “questa fissazione" di Salvini per il candidato civico: “Una foglia di fico. Doveva candidarsi lui, altroché, in un momento in cui il paese è sul Titanic e con Mario Draghi sta combattendo la sua battaglia. Ma dopo Draghi ci sarà bisogno di ben altro. Altro che candidati civici! E tu che fai? In una città in cui, dopo dieci anni di sinistra, si poteva combattere e magari vincere, rinunci direttamente? Non mi si venga a dire che c'era Beppe Sala: ci sono tante cose su cui si poteva criticare, sfidare e battere la sinistra, giocando davvero la partita del consenso”. E però per mesi i “tavoli” che dovevano servire a trovare un candidato hanno visto commensali incerti sul da farsi, fino a che non si è arrivati al nome di Bernardo, ma senza crederci troppo. Scrive Amicone su Tempi: “Lega e Fratelli d’Italia il nome 'Bernardo' non se lo sono neanche filati di striscio. I loro simboli elettorali a Milano sono quelli di sempre. Con i nomi dei rispettivi leader sparati a caratteri cubitali. E stop. Non si capisce neanche se sono a Milano per la Fiera o se competono sul serio… Così è, se vi pare. Grazie alla presunzione dell’uomo solo al comando, la capitolazione del centrodestra a Milano è offerta sul piatto, come a Erode la testa di un profeta… Ma com’è potuto accadere che a soli tre anni dal pieno fatto alle elezioni politiche, il Matteo garibaldino, eroe del governo giallo-verde, abbia trascinato il centrodestra in una deriva tanto grottesca, senza neppure la resistenza di una Vandea, deriva di ritirata pura, preludio di sconfitta certa, fino al rischio di un cappotto generale alle amministrative?”. Fatto sta che, a due settimane dal voto, i sondaggi, per il centrodestra che a Milano ha vissuto trionfi, crollano rovinosi verso il basso.

 

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.