Conte: "Emiliano nel M5s? Chi condivide i nostri valori è ben accetto"
Gli effetti collaterali del tour dell’ex premier nell’emirato emilianista salentino: apertura al governatore, critiche dolci al reddito di cittadinanza e una presa di distanze dal garante Grillo sulla questione dissidenti. In piazza una falange di di “bimbe di Conte”
Nell’emirato emilianista salentino, durante il tour elettorale per le comunali dell’ex premier Giuseppe Conte, può davvero succedere di tutto. Anche che il neopresidente del M5S sorrida compiaciuto di fronte all’ipotesi di una conversione di Michele Emiiano al credo pentastellato.
Succede a Gallipoli, dove è in campo per le amministrative una coalizione ibrida che spazia dal Pd, ai grillini fino alla Lega. “Anche il governatore tra gli iscritti ai Cinquestelle? Bella domanda”. Il professore di Volturara Appula si volta e cerca conforto nello sguardo di Stefano Minerva, sindaco di Gallipoli, emilianista doc. E poi aggiunge gaudente: “Sono aperte le nuove iscrizioni per chi sposa la nostra carta dei principi e dei valori. Questa è la condizione nuova perché il nuovo corso del M5s ha una chiara identità politica, quindi chiunque la condivide sarà ben accetto”.
Le sintonie tra grillini e Emiliano, come tra Conte e il governatore sono ormai consolidate da tempi immemorabili. Addirittura il presidente pugliese nel 2015 nominò tre assessori 5S, ricevendo però un netto diniego, mentre adesso guida una giunta giallo-rosa con un assessore grillino (Rosa Barone). In questa ricostruzione non bisogna dimenticare i contatti tra il magistrato in aspettativa e l’ex premier antecedenti il matrimonio di quest’ultimo con i 5S: proprio in Puglia, con Michele tessera n.1, doveva nascere la prima cellula del partito personale contiano…
La presa di distanze (soft) da Grillo
Conte ha riempito le piazze pugliesi nonostante le defezioni di due parlamentari identitari storici, l’ex ministro Barbara Lezzi (ancora iscritta 5S ma nel gruppo misto) e il parlamentare ionico Giovanni Vianello. Se quest’ultimo ha ricevuto una telefonata da Beppe Grillo come tentativo in extremis di evitare una nuova defezione, l’ex premier chiude a ogni dialogo con i dissidenti, distinguendosi dal garante e dalle sue manovre interne: “Grillo ha chiamato Vianello? Chi è andato via o aveva un progetto alternativo o altre visioni. Noi non abbiamo bisogno di numeri, il nuovo corso si fonda su dati qualitativi”, ha spiegato, tagliando corto rispetto ad ogni ipotesi di mano tesa ai transfughi. E ha aggiunto: “Adesso è essenziale l’accettazione della carta dei valori, non siamo più un movimento di protesta”.
La grande partecipazione registrata per gli eventi dell’ex premier (quattromila in piazza per il comizio di Grottaglie, cinquecento con 35 gradi a Nardò, tra le case popolari), corroborata dalla falange rosa delle “bimbe di Conte”, potrebbe però non bastare per garantire la riconferma dei due sindaci uscenti grillini, a Noicattaro e Ginosa (in entrambi i casi non è in campo l’alleanza giallorossa).
La presa d’atto delle debolezze del Reddito di cittadinanza
Nel nuovo corso contiano non è prevista la difesa acritica del reddito di cittadinanza (sul tema l’avvocato dauno ha tenuto un incontro a Cavallino, a pochi chilometri da Lecce). Da qui lo scatto realista: “Sul reddito di cittadinanza esistono delle criticità su cui bisogna intervenire. Non c’è ancora un chiaro coordinamento dei vari livelli istituzionali con comuni e province. Bisogna cercare tutti di creare un sistema per cui i vari livelli istituzionali siano coinvolti nella realizzazione di questa riforma”. Poi una accelerazione identitaria: “La Germania ha impiegato dieci anni per riformare i centri per l’impiego. Ora noi dobbiamo fare presto, perché la solidità di questa misura, la sua importanza dal punto di vista del sociale, è fondamentale”.
L’ultima battuta, da Nardò, Conte la riserva alla vertenza Gkn, evocando un decreto contro le delocalizzazioni: “La revoca del tribunale dei licenzianti collettivi giudicandoli illegittimi è una cosa positiva. La politica adesso deve completare quel decreto a cui hanno lavorato il viceministro Todde e il ministro Orlando, il provvedimento che preveda il contrasto della delocalizzazione”. Sullo sfondo si pavoneggiano i parlamentari 5S.