Il pd e le amministrative
"L'antifascismo di Emiliano è incomprensibile. A Nardò situazione pirandelliana". Parla Cuperlo
L'esponente dem stigmatizza la scelta del presidente della Puglia di sostenere "un sindaco che non disdegna il saluto romano. Il governo è un mezzo, non può divenire l’unico fine da perseguire o mantenere con ogni pratica o alleanza"
“Emiliano? È il presidente di una regione importante del Mezzogiorno, è stato rieletto con un consenso ampio e ha sempre dichiarato la sua appartenenza al campo del centrosinistra. Il che rende incomprensibile la sua scelta di sostenere un sindaco come Pippi Mellone, che non ha mai nascosto la sua matrice ideale, che non disdegna il saluto romano e anni fa ha chiesto la chiusura forzata della sede dell’Anpi”. Gianni Cuperlo risponde al Foglio mentre è in treno, in direzione Nardò, il comune salentino di 30 mila abitanti, divenuto nelle ultime settimane il centro di gravità della politica pugliese e forse anche dei sempre incerti equilibri interni del Partito democratico. E dove stasera, in piazza Salandra, interverrà a sostegno di Carlo Falangone. “Se a tutto ciò – continua l'esponente dem - sommiamo il fatto che qui il Pd assieme alle altre forze del centrosinistra sostiene un candidato alternativo il quadro da politico si fa pirandelliano”.
Sembra quasi un eufemismo. Perché quello di Cuperlo sarà il secondo intervento nella cittadina in provincia di Lecce in due giorni, da parte di un dirigente nazionale. Perché ieri Giuseppe Provenzano, il vicesegretario del Pd, ha usato parole di fuoco riferendosi a Pippi Mellone: “Non si annullano le storie e i percorsi. Se c’è un sindaco che viene da Casa Pound – ha riportato l'Huffington Post - che fa il saluto romano e attacca i partigiani, noi dobbiamo combattere con determinazione. E vincere”. E non è tutto, le cronache locali raccontano infatti che pochi giorni prima si sia mosso anche il Pd locale, con l'espulsione di Francesco Russo, candidato nella lista emilianista “noi per Nardò”, che sostiene proprio Mellone.
Vuol dire che da Roma è arrivata qualche indicazione contro Emiliano o è solo campagna elettorale? Cosa ne pensa Cuperlo di tutto questo? “Provenzano ha detto cose che qualunque esponente o dirigente del Pd dovrebbe condividere. Si vota per scegliere chi amministrerà le città chiamate al voto e questo conta. Detto ciò la vicenda di Nardò fa riflettere sugli equivoci di un trasversalismo che rischia di penalizzare un principio di coerenza”. Ci spieghi meglio: “Non è che non bisogna parlare a tutti, il punto è che bisogna farlo usando la propria lingua e non strizzando l’occhio a quella degli altri. Anche per questo sarebbe bello che nei prossimi giorni a Nardò ci fossero tutti i dirigenti locali e nazionali del Pd pugliese”.
Il caso pugliese apre però uno squarcio, ancora una volta, sul tema dell'antifascismo: un valore fondante per i dem, sul quale il partito non ha sempre mostrato lo stesso atteggiamento. Il segretario Letta si è dimostrato intransigente sul caso del leghista Durigon, mentre su Emiliano pare avere invece una posizione più attendista. “Ogni paragone tra le due situazioni è assurdo. Durigon - spiega con decisione Cuperlo - ha proposto che il parco di Latina, dedicato oggi a Falcone e Borsellino, fosse di nuovo intitolato al fratello di Mussolini. Bastava quello perché uscisse dal governo”.
E però anche in occasione della festa dell'Unità il Pd ha rischiato una brutta figura, invitando sul palco un esponente di Fratelli d'Italia, noto per delle foto in tenuta nazista. Il rischio, procedendo in questo modo, è che il Pd venga percepito come antifascista a giorni alterni, a seconda delle persone e degli equilibri in gioco. “Quello di Bologna ritengo sia stato un incidente al quale per altro si è posto prontamente rimedio. E quanto alla foto, la replica che era una cosa goliardica non fa che confermare i dubbi su una destra che fatica ancora terribilmente a guardarsi dentro”
Sarà, ma anche a chi guarda ai dem da sinistra, i dubbi restano. E dunque, non sarebbe il caso che il segretario intervenisse in maniera decisa, con una parola definitiva, a partire proprio da Emiliano? “Se c'è una cosa che ha distinto Letta in questi primi mesi è stato proprio il richiamo a un Pd più consapevole delle sue radici e di una identità che non può dipendere solamente dal fatto di stare al governo, che si tratti di una città, di una ragione o del paese. Il governo è un mezzo, fondamentale se si vogliono realizzare i programmi sui quali chiediamo un voto, ma non può divenire l’unico fine da perseguire o mantenere con ogni pratica o alleanza”, spiega ancora l'ex presidente del Partito democratico.
Il treno intanto si avvia a destinazione, tra poche ore Cuperlo sarà sul palco. Cosa dirà ai leccesi? “Parlerò della necessità di un voto che garantisca il buon governo del dopo, di un voto che muova dalle risposte alle due priorità del lavoro e della salute”. E non solo, perché, conclude “se capita l’occasione, parlerò del dialogo tra Balsamo e De Angelis in una scena de 'Le mani sulla città' di Francesco Rosi. Sono quattro minuti folgoranti ancora oggi a oltre mezzo secolo di distanza. Valgono un congresso e spiegano più di questa nostra conversazione”. E allora eccoli qui.
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