L'annuncio di Draghi: "Triplicheremo gli sforzi: dall'Italia 45 milioni di vaccini ai paesi poveri"
Il premier al summit mondiale sul Covid: "Restano grandi disuguaglianze tra le varie aree del pianeta riguardo alla disponibilità di vaccini. Con l’aumento della capacità produttiva, la sfida principale sarà come trasportare le dosi, non come produrle"
Pubblichiamo l'intervento integrale del presidente del Consiglio Mario Draghi al Global Covid-19 Summit, a margine dell'Assemblea generale dell'Onu
Vorrei ringraziare il Segretario Blinken per aver presieduto questo incontro e per avermi dato l'opportunità di condividere alcune osservazioni conclusive. Per porre fine a questa pandemia e prevenire future emergenze sanitarie, la cooperazione globale è essenziale. Il vertice globale sulla salute (Global Health Summit), tenutosi lo scorso maggio a Roma, è un buon esempio di ciò che un multilateralismo efficace è in grado di produrre. I Paesi e le aziende farmaceutiche hanno promesso dosi di vaccini e finanziamenti in favore dei Paesi vulnerabili. E nella Dichiarazione di Roma ci siamo impegnati a rispettare una serie di principi comuni per essere meglio preparati ad affrontare la prossima minaccia sanitaria.
Da allora abbiamo fatto grandi progressi. Più di 2,5 miliardi di persone in tutto il mondo hanno completato il ciclo vaccinale. E quasi un altro miliardo ha ricevuto una prima dose. Tuttavia, come molti altri hanno notato in questa discussione, stiamo ancora assistendo a grandi disuguaglianze tra i vari Paesi del mondo riguardo alla disponibilità di vaccini. I meccanismi multilaterali, come l'acceleratore Act e Covax, rimangono gli strumenti più efficaci per assicurare un’efficace distribuzione dei vaccini e per creare la capacità necessaria per somministrarli.
Dobbiamo mantenere gli impegni che abbiamo preso con questi programmi, ed essere pronti ad assumerne di più generosi. Dobbiamo anche offrire adeguato supporto logistico per assicurare che i vaccini raggiungano coloro che ne hanno più bisogno. Perché, con l’aumento della capacità produttiva, la sfida principale sarà come trasportare i vaccini, non come produrli.
Al Global Health Summit, l'Italia si è impegnata a donare 15 milioni di dosi entro la fine dell'anno, principalmente attraverso il Covax. Quasi la metà di queste è già stata distribuita. Oggi sono lieto di annunciare che siamo pronti a triplicare i nostri sforzi. Doneremo 30 milioni di dosi in più entro la fine dell'anno, raggiungendo così i 45 milioni.
Mentre lavoriamo per porre fine a questa pandemia, dobbiamo migliorare la nostra preparazione per quelle future. Dobbiamo incrementare la nostra capacità di produrre vaccini e strumenti medici in tutto il mondo, e specialmente nei paesi più vulnerabili. Sosteniamo il piano dell'Unione europea, che stanzia 1 miliardo di euro per lo sviluppo di poli di produzione regionali in Africa e per promuovere il trasferimento di tecnologie.
Inoltre accogliamo favorevolmente l’agenda Ue-Usa per promuovere i nostri sforzi comuni nella vaccinazione a livello globale. Uno dei punti deboli della nostra risposta globale alla pandemia da Covid-19 è stata la carenza di coordinamento tra autorità sanitarie e finanziarie. Come presidenza del G20, intendiamo istituire il Global Health and Finance Board. Questo forum strutturato migliorerà la cooperazione globale per il governo e il finanziamento delle attività di prevenzione delle pandemie e di preparazione e risposta ad esse. Sosterrà inoltre la collaborazione tra il G20, l'Oms, la Banca Mondiale e altre organizzazioni internazionali. Accogliamo con favore la proposta degli Stati Uniti di istituire un Fondo di Intermediazione Finanziaria. Questa iniziativa sarebbe pienamente complementare con il Global Health and Finance Board.
La salute è un bene pubblico globale e deve essere preservata ovunque. Permettetemi di ringraziare ancora una volta il Presidente Biden per la sua leadership nel promuovere questo evento. Siate certi che il prossimo vertice del G20 a Roma farà tesoro delle discussioni odierne. Grazie.