Tra Nazareno e Transatlantico. Un girotondo tra i dem che tifano per la permanenza del premier a Palazzo Chigi oltre le prossime elezioni. L'incognita delle legge elettorale, i ripensamenti possibili di Letta sul bipolarismo, l'agenda dei riformisti. E nella segreteria c'è anche chi dice: "Avanti con Supermario"
Lui che la suggestione l’ha lanciata per primo, un po’ come si lancia un sasso nello stagno, a vederla riproposta con così tanto entusiasmo dagli industriali italiani, sente adesso il dovere di precisare. “Ma la mia idea prescinde, almeno in parte, dalla necessità di confermare a Palazzo Chigi Mario Draghi”, dice Enrico Morando. “Certo, sarebbe una prospettiva eccellente. Ma ciò che più mi preme – prosegue l’ex viceministro dell’Economia – è ‘draghizzare il Pd’, fare del nostro partito l’asse fondamentale dell’agenda del premier”. Insomma, citofonare Nazareno. Solo che al Nazareno, a ridosso delle amministrative, di spostare lo sguardo troppo più in là, comprensibilmente hanno poca voglia. “Non è il momento”, è l’obiezione con cui un po’ tutti si schermiscono. E allora onore a Chiara Gribaudo, esponente della segreteria del Pd che invece non si sottrae. “Draghi sta ricostruendo l’immagine dell'Italia nel mondo”, dice la deputata. “In Europa e in sede di G20 il premier è diventato un punto di riferimento, specie alla vigilia elettorale in Germania e Francia. L’Italia ha l’occasione di riportare l’Europa al baricentro mediterraneo e di essere avanguardia nella costruzione di un’Unione più integrata dal punto di vista dei diritti sociali e della politica estera”.
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