Il sindaco di Novara Alessandro Canelli (foto LaPresse)

l'intervista

"La Lega che vince è quella di Zaia e Fedriga, non quella di Borghi e Durigon", dice il sindaco di Novara

Luca Roberto

"Per il partito è importante non disperdere il suo Dna di buona amministrazione. In questo momento di unità non bisogna indebolire Draghi. Vincere le elezioni? C'è una vasta area di centro da intercettare". Parla Alessandro Canelli, rieletto a Novara con il 70 per cento

È il leghista governista. L'anomalia del post voto. Indovinate come ha passato lo scorso lunedì Alessandro Canelli. Mentre partito e coalizione si disperavano per l'esito delle amministrative, lui stappava bottiglie per la rielezione a sindaco di Novara. Ha sfiorato il 70 per cento. Percentuali alla Luca Zaia in Veneto. "Qual è il segreto? Penso abbia pagato la capacità di prestare ascolto e dare risposte pragmatiche, ai miei cittadini", dice al Foglio dopo aver sbrigato le prime pratiche di reinsediamento. Vuole dirci che la destra che vince è quella moderata, come s'è visto anche in Calabria? "Vince quella che dimostra di avere una tradizione di buon governo. Ed è esattamente la scuola della Lega da cui provengo, in cui mi sono formato. Qui ho dimostrato di avere una visione. Abbiamo gestito la pandemia, ma soprattutto abbiamo saputo attrarre innovazione. A Novara c'è il centro Amazon tecnologicamente più avanzato d'Italia, le periferie sono state riqualificate".

  

Eppure negli ultimi mesi la Lega s'è fatta notare più per motivi altri. Le discese in piazza dei vari Borghi, Bagnai e Siri accanto ai no vax non l'hanno imbarazzata? "Diciamo che rispetto la libertà di pensiero, ma è ovvio che la penso come Zaia, Fontana e Fedriga. Sono convinto che il green pass al di là di distonie di applicazione sia uno strumento di libertà, a tutela soprattutto delle categorie più esposte. I vaccini sono la nostra arma più efficace e certe contrapposizioni interne non ci hanno fatto bene. Così come certe uscite, come quella di Durigon sul fascismo". Detto da un sindaco leghista che nel suo comune ha intitolato dei giardini alla partigiana Lidia Menapace fa un certo effetto. "Una novarese di cui andare fieri", ammette Canelli.

  

Sicuramente c'è il rischio che non faccia bene al paese lo strappo di Salvini sulla delega fiscale. Guarda caso subito dopo lo spoglio elettorale. Attentare alla stabilità di Draghi non è un errore madornale? "Io resto convinto – dice il sindaco – che l'adesione al governo di unità nazionale resti la nostra priorità. Draghi ha iniziato un lavoro difficile e ha bisogno che ci si muova tutti nella stessa direzione, sempre salvaguardando quelle che sono le differenze nella maggioranza. Tanto per chiarire, è giusto che ci sia qualcuno che porta avanti le istanze anti tasse. Ma da adesso in poi si apriranno tutta una serie di sfide che riguardano il Pnrr per cui c'è bisogno della massima stabilità".

  

Anche perché far ballare il governo rischia di farvi perdere voti. Ha visto che in queste elezioni s'è riscoperto il ruolo del centro? "E infatti noi come Lega, che abbiamo da sempre questa caratteristica di essere trasversali, dovremo essere bravi a intercettare il voto moderato, di chi guarda alle risposte concrete e non alle ideologie. È un ragionamento che precede qualsiasi ipotesi di federazione di centrodestra". Anche se nella selezione dei candidati nelle città non sembrate, come coalizione, averlo capito granché. Avete sbagliato qualcosa? "È ovvio che se manchi le due principali caratteristiche, che sono l'esperienza amministrativa e la capacità di entrare in sintonia con l'elettorato, poi la paghi. Da qui in avanti dovremo essere più bravi a fare scouting, a cercare di attrarre i migliori ora che il ruolo del sindaco ha perso un po' di fascino", dice Canelli. Non sarebbe il momento opportuno per mettere in discussione la leadership di Salvini con un congresso? "Ma è lui che cinque anni fa ha scommesso su di me, a lui devo tutto. Solo dovrà essere bravo a non disperdere la nostra tradizione di buoni amministratori: è il nostro Dna da sempre".

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