Dopo lo strappo
"Stare al governo è difficile, ma Draghi è un investimento per la Lega". Parla Giorgetti
"Se Salvini e il premier sono entrambi contenti, io sono felice". Il ministro dello Sviluppo commenta le tensioni tra il leader della Lega e Palazzo Chigi. E sul Quirinale dice: "Draghi? È un timore, ma anche una garanzia. Tra tre mesi sarà tutto chiaro"
"Se Salvini è contento io sono contento, se Draghi è contento io sono contento, se Salvini e Draghi sono contenti io sono felice": Giancarlo Giorgetti, sintetizza così, con una battuta, le tensioni tra Matteo Salvini e Mario Draghi, e la ritrovata intesa. Lo fa nel corso della rassegna Forum in Masseria, evento organizzato da Bruno Vespa su "Economia e Vino", a Manduria, in provincia di Taranto.
"Credo che sia un bene per tutti, un bene per la Lega e per il governo", ha detto ancora il ministro dello Sviluppo: "D'altra parte sapevamo che entrando al governo e assumendoci la responsabilità facevamo un investimento. I tempi sono complicati e i problemi sono molto seri, la politica deve cogliere il senso dei tempi. Credo che questo governo, grazie anche al contributo fondamentale della Lega, stia dando un contributo alla situazione complessa".
Giorgetti ha poi parlato delle prossime elezioni, "se non nel 2022, ci saranno nel 2023. Comunque prima o poi ci sono". E del successore del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "Il timore qual è? Che Draghi vada al Quirinale? È un timore, ma qualcuno potrebbe vederla anche come una garanzia. Basta aspettare tre mesi e tutto si chiarirà".