La solidarietà di Draghi alla Cgil colpita dai No green pass

Carmelo Caruso

Il presidente del Consiglio ha deciso di recarsi presso la sede del sindacato dopo l'assalto dei manifestanti di sabato

Gli ha appoggiato la mano sulla spalla che equivale alla frase “soli mai”. Ed poi è entrato per vedere con i suoi occhi la devastazione del canagliume no green pass, le sedie, i pc squassati: si sono fermati solo di fronte alla cos’è belle che non capiscono, i quadri di Guttuso (anche se uno del pittore romano Ennio Calabria lo hanno sfondato).

Mario Draghi, questa mattina, ha deciso di recarsi presso la sede della Cgil, assaltata, per quella che dal governo viene già definita una “ferita”. Ha incontrato e quasi abbracciato il segretario Maurizio Landini, il “duro” Landini, che in questi mesi ha tenuto una posizione “no green pass”. Non se ne vuole fare una colpa, ma è doveroso ricordarlo. Una visita voluta e organizzata oltre gli appuntamenti e le agende (domani è il giorno del G20 sull’Afghanistan).

 

Draghi è arrivato a Corso d’Italia alle 12,15. Giornalisti internazionali di Afp, telegiornali e la sede recintata di bandiere rosse sindacato. Si sapeva che il premier non avrebbe rilasciato dichiarazioni, ma si voleva malgrado tutto vederlo e fotografarlo di fronte alla prova eversiva.

Saranno giorni complessi. Non è finita, purtroppo.

 

Dopo la visita solo Landini ha chiesto (“e lo richiederemo sabato durante la manifestazione unitaria”) lo scioglimento di Forza Nuova. Quando Draghi è uscito ha salutato i sindacalisti e li ha voluti ringraziare. Tante sono state le strette di mano. Si è sentito un “siete forti” e “un grazie”. Era sconvolto anche lui.

Tutto si poteva immaginare tranne che dopo il morbo si dovessero affrontare anche gli orbi.

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio