dopo le violenze di roma
Tutto l'imbarazzo di Salvini e Meloni sullo squadrismo no vax
"Fascisti e comunisti fuori dalla storia", dice il segretario della Lega. Che in passato ha fatto delle dirette sui social con il leader di Io Apro arrestato per l'assalto alla sede della Cgil. Mentre per la leader di FdI "la matrice delle violenze non è chiara"
Si era capito sin dalle reazioni immediate di sabato che la guerriglia urbana perpetrata dai gruppi no green pass a Roma avrebbe ricevuto condanne molto diversificate. In alcuni casi, causando una serie di imbarazzati distinguo. E infatti, mentre ancora scorrevano le immagini dell'assalto alla sede della Cgil, degli scontri con la polizia nelle vie centrali della Capitale, si raccoglievano testimonianze sulla notte di follia al pronto soccorso del Policlino Umberto I, c'era chi più degli altri, tra i leader politici, stigmatizzava sì l'accaduto, ma senza quella facondia d'abitudine. Per dire, Matteo Salvini ha reagito alle violenze di cui si sono macchiati esponenti di Forza Nuova, ex terroristi neri come Luigi Aronica ed esponenti delle più battagliere associazioni anti green pass come "IoApro", spiegando: "Condanno ogni tipo di violenza, senza se e senza ma". Aggiungendo che nel fine settimana "sono stati arrestati alcuni estremisti di destra a Roma e alcuni estremisti di sinistra a Milano".
Equazioni equilibriste. E non per caso. Perché in quell'assalto alla sede della Cgil c'era anche Biagio Passaro (s'è filmato e pure messo sui social), ristoratore modenese animatore dell'associazione IoApro, guarda caso uno degli interlocutori di Salvini quando chiedeva che si allentassero le misure per le attività del settore. Passaro è brand manager della catena di pizzerie Regina Margherita Group. Leader del movimento dalle sue prime fasi, si è incontrato con il segretario della Lega qualche mese fa, oltre che con Vittorio Sgarbi. E non è l'unico. Anche Umberto Carriera, figura di spicco di IoApro, ha ricevuto in passato il sostegno di Salvini. Lo scorso gennaio, alla fine del secondo governo Conte, era stato ospite di una diretta sul profilo Facebook del leghista. Nell'occasione, l'imprenditore, proprietario di sei ristoranti, aveva descritto le iniziative di resistenza passiva alle chiusure, ottenendo l'approvazione di Salvini. Ieri, Carriera era tra i manifestanti, ma si è subito dissociato dalle azioni del collega. L'amico di sempre, però, non l'ha dimenticato: "Salvini l'ho pure risentito, non è riuscito a impedire il green pass, d'altra parte mi pare che la Lega sia spezzata, Giorgetti è a favore delle misure severe nei nostri confronti", riporta AdnKronos. "Almeno - conclude - Salvini ci ha provato a sentire le nostre ragioni, a tutelarci".
Ma il movimento IoApro e i no green pass non hanno amici solo in via Bellerio. Anche Giorgia Meloni ha soffiato, in passato, sul fuoco della protesta dei ristoratori e di chi, il vaccino, proprio non vuole farselo. E anche ieri, da Madrid (dove è volata per una manifestazione della formazione di ultradestra neofranchista Vox), la leader di Fratelli d'Italia non ha mancato di fare i suoi distinguo: "È sicuramente violenza e squadrismo, poi la matrice non la conosco. Il punto è che questa roba va combattuta sempre". Eppure, più che combatterla, in passato gli ha strizzato l'occhio: non è la prima volta che "i soliti" (come lei stessa li ha definiti) vengono a contatto con il suo partito. Per tacere dei fascisti, i primi rapporti con IoApro risalgono al 12 aprile scorso, quando a Roma una loro manifestazione non autorizzata causò contrasti con la Polizia. E Meloni, fiutando l'opportunità elettorale, cinguettò: "Se lo Stato avesse impiegato la stessa forza che sta usando per impedire a migliaia di ristoratori disperati di poter manifestare nel dare ristori e risposte concrete per poter lavorare, probabilmente oggi nessuno sarebbe in piazza". E ancora, a settembre, a Tg2 Post: "Non sono no vax, ma nemmeno cretina". Poi, l'affondo sul green pass: "un'arma di distrazione di massa per distrarre i cittadini dal fatto che anche stavolta il governo non sta facendo quello che deve per metterci in sicurezza. Non ha alcun senso. È una misura vessatoria e inutile, non ferma il contagio ma introduce surrettiziamente l'obbligo di vaccinazione".
Per salvare la faccia, ai due alfieri della destra più destra è servita molta ginnastica mentale e ancor più retorica verbale. Il risultato è deludente per tutti: troppo poco netta la condanna alle violenze di piazza, troppo debole il sostegno alle istanze dei manifestanti. A fare troppi equilibrismi, il rischio è di rimaner nel mezzo. E, prima o poi, si cade.