Il sottosegretario all'Interno Ivan Scalfarotto (foto Ansa)

tutelare il viminale

“Salvini e Meloni smettano di scaricare su Lamorgese le loro ambiguità”. Parla Scalfarotto

Luca Roberto

Parla il sottosegretario all'Interno: "Massima fiducia nella ministra, nel capo della polizia Giannini e nel responsabile dei servizi Gabrielli. Salvini parli col suo Molteni. Sciogliere Forza nuova? Italia viva sosterrà la mozione del Pd"

Dopo l'irruzione squadrista ai danni della Cgil da parte dei manifestanti anti green pass guidati da Forza nuova, sono tollerabili gli attacchi alla ministra Lamorgese da parte di chi è nella maggioranza di governo come Salvini? “Io credo che la Lamorgese sia la miglior ministra degli Interni possibile", risponde il sottosegretario all'Interno di Italia Viva Ivan Scalfarotto. "Ma dico di più: è la squadra che si occupa della nostra sicurezza quella in cui tutti dovremmo riporre il massimo della fiducia: le nostre forze dell’ordine lavorano con grande professionalità ed equilibrio, dimostrando un fortissimo attaccamento ai nostri valori costituzionali”. Eppure la Lega continua in questa campagna permanente. “Sarebbe bene che si riuscisse a salvaguardare una certa unitarietà anche all’interno del nostro ministero. Invece di criticare Lamorgese, Salvini dovrebbe forse parlare di più con il suo sottosegretario Nicola Molteni, che è titolare della delega alla pubblica sicurezza ed è molto capace”. Anche a sinistra si corre il rischio di trascinare il Viminale nella contesa partitica? L’invito allo scioglimento di Forza Nuova è una soluzione praticabile o una toppa semplicistica? “Il gruppo di Italia viva sosterrà la mozione del Pd. Non so a che sintesi giungerà il governo, ma siamo curiosi di sapere cosa faranno Lega e Fratelli d’Italia”, aggiunge l'esponente di governo

 

Scalfarotto: "No agli attacchi strumentali di Salvini e Meloni alla Lamorgese"

 

Torniamo alle polemiche sul Viminale. Ha senso criticarlo per la gestione dei fatti di Roma? “Dire, come ha fatto il vicesegretario della Lega Fontana, che il ministro Lamorgese avrebbe messo in pericolo l’ordine pubblico, è già il segno di una sottovalutazione del fenomeno neo fascista in Italia. In un momento come questo non c’è spazio per gli attacchi strumentali a chi si occupa della sicurezza dello stato, persone come Lamorgese, il capo della Polizia Lamberto Giannini e il responsabile dei servizi segreti Franco Gabrielli, che tutto il mondo ci invidia”, dice Scalfarotto. Che a proposito degli assalti e delle violenze perpetrate da esponenti di Forza nuova pensa che la giornata di sabato scorso sia stato uno spartiacque. “Abbiamo considerato a lungo questi movimenti come un’espressione folkloristica, di costume, alla stregua dei fascisti su Marte di Corrado Guzzanti. Ma dobbiamo renderci conto che più della nostalgia, il problema è il tipo di politica che fanno ispirandosi a ideali totalitari, spesso infiltrandosi nei partiti di destra”. Se poi, com’è successo nelle scorse ore, una dei leader della destra come Giorgia Meloni si spende a sostenere che la “matrice di questi attacchi non è chiara”, qualche equivoco si ingenera. “E infatti – dice l’esponente di Italia viva – la condanna dovrebbe essere la più cristallina possibile. Non è molto coerente adottare dei regolamenti interni e poi, di fronte alle violenze di Forza nuova, sostenere che non è il fascismo il problema. Così si perde credibilità”. 

A proposito di soluzioni concrete, il premier Draghi ha anticipato una stretta sulle manifestazioni. Si va in quella direzione? “Credo che l’obiettivo sia quello di contemperare la libertà di manifestazione del pensiero per chiunque, anche i terrapiattisti, con la necessità di preservare l’ordine pubblico”, spiega Scalfarotto. “Abbiamo capito che le manifestazioni più pericolose sono quelle in cui i manifestanti si disperdono in mille rivoli. Dobbiamo far sì che le forze di polizia vengano  messe nelle condizioni di poter intervenire tempestivamente. Molto si è fatto per gestire i flussi dei manifestanti, ma si può fare di più”. Vi aspettate che a destra si faccia qualcosa per recidere certi legami con movimenti eversivi? “I Fiore e i Castellino li conosciamo tutti. Non c’è più spazio per le ambiguità. All’orizzonte non c’è una nuova Marcia su Roma, ma la condanna deve essere decisa”.