Il caso

Meloni scaccia le ombre nere. “FdI voterà per lo scioglimento di Forza Nuova”

La corsa della leader della destra per affrancarsi dai gruppi neofascisti. Dopo il caso Milano, adesso c'è FN

Simone Canettieri

L'annuncio del vicepresidente della Camera Fabio Rampelli: "Fratelli d'Italia dirà sì alla mozione, anche se spetta alla magistratura"

Una lotta continua contro i fantasmi dell'estrema destra. Fratelli d'Italia fa di tutto per affrancarsi da etichette neofasciste poco consone alle ambizioni di governo di Giorgia Meloni. Una fuga dalle ombre che dura ormai da settimane.

 Così questa mattina tramite Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera, è arrivata la notizia che "Fratelli d'Italia voterà la mozione per lo scioglimento di Forza Nuova".  Rampelli, ai microfoni di Radio24, ha aggiunto che "non c'è mai stata alcuna relazione" con il partito di Roberto Fiore

 

In questo momento servono prese di posizioni forti e nette per permettere a Meloni di uscire dall'angolo, per dimostrarsi un'interlocutrice affidabile e senza macchie. E soprattutto la futura leader del centrodestra, proprio adesso che la Lega di Matteo Salvini non se la passa benissimo.

 

Una corsa incessante, o meglio una rincorsa, quella di "Giorgia".  Dopo aver tergiversato sull'inchiesta di Fanpage, alla fine la leader della destra italiana tre giorni fa, in un'intervista al Corriere della Sera, ha preso le distanze da teste rasate e saluti romani. "Da noi non c'è spazio per i nostalgici del fascismo". 

 

L'inchiesta al di là delle accuse di fondi neri (tutte da dimostrare) apre uno spaccato sulla dirigenza di FdI in Lombardia. A partire dal capodelegazione del partito a Bruxelles, Carlo Fidanza (che da giorni però si è autosospeso) immortalato tra saluti romani e battute sulla "Birreria di Monaco".

 

E poi certo c'è Enrico Michetti, il candidato tribuno che nei suoi anni a Radio Radio ha deliziato l'etere con teorie che vanno al di là del "normale" populismo. L'ultima per esempio ha riguardato lo sterminio degli ebrei e i loro rapporti con le banche e i gruppi di potere. 

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.