l'intervista
"Salvini la smetta con l'ambiguità sui vaccini". Parla il sindaco leghista di Alzano Lombardo
Camillo Bertocchi è stato riconfermato nel comune del bergamasco epicentro dell'emergenza Covid. "Intollerabili le uscite no vax di alcuni esponenti del partito. Basta alzare i toni. Più spazio agli amministratori e non a chi vuole solo scalare posizioni"
“Sui vaccini il segretario Salvini è stato troppo ambiguo. Bisogna essere convintamente pro vax, non free vax”. Il sindaco di Alzano lombardo Camillo Bertocchi lo dice per non fare dispetto al suo passato recente. Vi ricordate il primo focolaio Covid della Val Seriana? Le sirene spiegate delle ambulanze, gli ospedali al collasso. “Abbiamo vissuto un dramma. Per questo motivo le uscite di alcuni deputati della Lega sono inaccettabili, una mancanza di rispetto nei nostro confronti”, dice lui che è un sindaco leghista in questo colloquio col Foglio.
Poco più di una settimana fa Bertocchi è stato rieletto primo cittadino di Alzano lombardo con oltre il 63 per cento delle preferenze. Un semi plebiscito. “Il nostro merito? La serietà e la disciplina sono stati massini. Siamo stati un punto di riferimento quando nessuno sapeva come fare. Ancora oggi i cittadini mi ringraziano per la vicinanza dimostrata in quel periodo”. E però le amministrative per il centrodestra e per la Lega, soprattutto nelle grandi città come Milano, Bologna e Napoli, sono state tutt’altro che un segnale di riconoscenza. Forse s’è pagato a caro prezzo il voler essere sia di lotta che di governo? “Io trovo che ci sia una grande distinzione tra la politica e l’amministrazione. Quella che facciamo noi sui territori non centra niente con i proclami, i toni urlati che si sentono a livello nazionale. Si occupa di cose concrete, di attenzione, quotidianità, presenza e ascolto. C’è un’enorme distanza dalla classe dirigente che si trova più in alto, anche all’interno della Lega. Bisognerebbe imparare dalla gavetta e dare spazio a chi è abituato ad amministrare invece di puntare a diventare qualcuno per pura ambizione”. Lui, che ha 45 anni, a 23 faceva già il consigliere comunale ad Alzano, dove la Lega governa dagli anni '90. Ma l’analisi sulle amministrative è ancor più complessa e si allarga agli ostacoli che è costretto ad affrontare prima o poi chi amministra. “C’è bisogno di tornare a essere attrattivi nei confronti dei migliori. Il sindaco è considerata una sagoma da tiro a segno. Deve fare il parafulmine di tutto e di tutti. Io guadagno 833 euro al mese e non ho tutele adeguate. È vergognoso che in questi anni non si sia fatto nulla di concreto”, dice con una certa amarezza al Foglio.
Anche le posizioni sul certificato vaccinale non hanno aiutato, sostiene Bertocchi, che ai suoi concittadini ha spiegato con pacatezza che era l’unico modo per evitare nuove chiusure, tornare gradualmente alla normalità. “Perché il vero strumento di libertà sono i vaccini, e il green pass è un’arma che sta funzionando. Se ci avessero ascoltato di più forse non avremmo assistito a prese di posizione infelici. Anche perché lo ripeto, l’ambiguità può pagare nel breve periodo. La responsabilità, la trasparenza e la chiarezza pagano nel lungo, fanno la differenza”. Quella che fluisce con accento delle valli orobiche dalla bocca del sindaco Bertocchi è pure una disamina su cosa è diventata la Lega oggi. “Un movimento che da sempre alterna governo e protesta. Ma è chiaro che io la trasformazione dei principi e degli ideali non è che l’abbia condivisa tutta. Che fine ha fatto il tema del federalismo, per esempio? Mi sento molto più vicino a chi affronta i problemi con soluzioni concrete come i governatori Zaia e Fontana. Sono sicuro che lo zoccolo duro leghista la pensi come me, così come la generazione di amministratori locali che ambiscono solo a lavorare bene, non ad arrivare sotto i riflettori”. E anche sull’adesione al governo, questo tira e molla che s’è prodotto su alcune questioni divisive è stato visto più come un tentativo per destabilizzare che per costruire. “Se si è deciso di far parte di un governo non si possono avere tentennamenti. Va bene discutere, ci mancherebbe, ma la linea quando la si decide deve essere quella. Non la puoi mettere in discussione ogni volta”.
Visto che almeno la parte finale del suo primo mandato non è stata una passeggiata al parco, cosa si aspetta dai prossimi cinque anni? “Un po’ più di serenità”, sorride il sindaco prima di rituffarsi nell’agenda degli impegni istituzionali. “Sono fiducioso che dalla prossima estate si possa tornare a vivere in maniera normale, grazie alla scienza e soprattutto alla politica, se saprà continuare sulla strada del rigore e del controllo”. E anche questo sembra essere un messaggio per chi nella Lega vorrà intendere.