L'intervista
La Russa (Fdi): "Col fascismo abbiamo chiuso a Fiuggi. Forza Nuova fa comodo al Pd"
"Alla sinistra piace che il paese resti diviso e prigioniero del passato", dice lo storico militante dell'Msi e poi di An. Con un occhio ai ballottaggi: "Vuoi vedere che le accuse indurranno anche chi non è di destra a recarsi alle urne?"
“Noi con i neofascisti e il folclorismo nostalgico non abbiamo niente a che spartire, la sinistra si metta l'anima in pace”, Ignazio Benito Maria La Russa ha vissuto i corsi e ricorsi della destra italiana negli ultimi cinquant'anni e, in virtù dell'esperienza maturata sul campo, il vicepresidente del Senato, fondatore di Fdi e pretoriano di Giorgia Meloni, è tranciante. “Movimenti come Forza nuova fanno, volenti o nolenti, il gioco della sinistra che, abbandonate le battaglie storiche, parla soltanto di sbarchi, ius soli e ddl Zan. Con l'antifascismo di maniera questi signori s'illudono di colmare un vuoto di contenuti che è vuoto di idee”.
Senatore La Russa, i fatti di Roma hanno riaperto ferite antiche, la destra è accusata di connivenza. “Nessuno può additarci di connivenza anche perché noi con il fascismo abbiamo fatto i conti nella seconda metà del secolo scorso. È l'ennesimo tentativo di delegittimare l'avversario che oggi è maggioranza nel paese”. Lei la storia della destra la conosce bene. “Ho attraversato ogni fase. Già agli inizi degli anni Settanta, Giorgio Almirante, all'epoca segretario dell'Msi, diramava una circolare per vietare ogni segno di nostalgia fascista, incluso il braccio alzato. Nel '73 vietò ai giovani del partito la frequentazione di San Babila, a Milano, e dei gruppi che lì si radunavano. Come giovani dell'Msi, volevamo far contare la destra, i nostri genitori, figli del fascismo, avevano coniato lo slogan 'non rinnegare non restaurare'. Partendo da questo, il nostro impegno politico è servito a realizzare la transizione verso An. Chi si trovava in disaccordo aderiva a Ordine nuovo o Avanguardia nazionale.”.
Ma l'inchiesta di Fanpage, che ha travolto l'europarlamentare Carlo Fidanza, evidenzia la vicinanza ad ambienti apertamente fascisti. “Fidanza è stato sospeso dal partito. Quanto a Jonghi Lavarini, lo conosco sin da ragazzino, negli anni Novanta a Milano ho dovuto espellerlo perché, eletto in consiglio di zona, si era fatto immortalare con un enorme manifesto del Duce in ufficio. So che poi lui, nel 2018, si era riavvicinato a noi da indipendente, iin un gruppo civico moderato, ma subito dopo era passato con la Lega. Oggi alcuni di questi personaggi folcloristici sono attratti proprio dalla Lega”. Il partito di Matteo Salvini è più permeabile? “Mentre noi siamo ben equipaggiati e vigili perché dobbiamo difenderci perennemente dall'accusa di essere fascisti, la Lega, che proviene da una storia antifascista, quella di Umberto Bossi, rischia di essere meno preparata a individuare e isolare soggetti nostalgici”. Perché siete contrari ad una iniziativa parlamentare favorevole allo scioglimento di Fn? “La mozione parlamentare è lo strumento sbagliato, sarebbe un precedente pericolosissimo per la democrazia. Non spetta al Parlamento decidere chi sono gli avversari da mettere fuori gioco”. Ma il Parlamento potrebbe chiedere al governo di intervenire. “Il nostro ordinamento riserva questa competenza alla magistratura. Solo in casi eccezionali e urgenti, il governo può intervenire per scongiurare il pericolo di attentato alle istituzioni democratiche. Forse qualcuno ritiene che in Italia il fascismo sia in procinto di prendere il potere?”.
I fatti di Roma restano gravissimi: la sede di un sindacato è stata assaltata da un branco di squadristi. “Concordo, gravissimi. Io non credo ai complotti, dico però che le violenze cui abbiamo assistito potevano essere, se non evitate, certamente arginate. Quando, da ragazzi, le forze dell'ordine volevano impedirci di uscire da via Mancini (sede dell'Msi, ndr), non c'era verso. Qualcuno ha voluto soffiare sul fuoco”. Sulle colonne de La Stampa, Gianfranco Fini ha ricordato le tesi di Fiuggi. “Quel congresso, nel '95, impresse una svolta decisiva: con la fondazione di An, volevamo rimarcare la netta distinzione tra i partigiani non comunisti che avevano combattuto per la libertà e verso i quali nutrivamo riconoscenza, e i partigiani comunisti che avevano lottato non già per liberare il paese ma per instaurare un regime totalitario assai più feroce. Dopo la svolta di Fiuggi, si avvicinarono numerosi esponenti di spicco della comunità ebraica, incluso Alfredo Belli Paci, consorte della signora Liliana Segre”. Pino Rauti e Giorgio Pisanò, che nelle tesi di Fiuggi non si riconoscevano, fondarono rispettivamente la Fiamma tricolore e il Partito Fascismo e Libertà. “La loro non fu una banale scissione perché produsse un evento elettorale di non poco conto. Alle politiche del 1996 furono decisivi in quarantanove collegi per far perdere il centrodestra”.
Si racconta che Rauti disse: “Se Prodi ha vinto lo deve a noi...”. “Diceva il vero. Oggi tenta la medesima operazione Fn che si presenta puntualmente alle elezioni come soggetto autonomo, distinto dai partiti istituzionali. Peraltro, alle politiche del 2018 Fn è stata ammessa al voto con un ministro di sinistra al Viminale, Marco Minniti. Allora domando: se Fn rappresenta un pericolo di carattere eccezionale al punto di giustificarne lo scioglimento, come mai si è consentita la sua partecipazione al gioco democratico?”. Il leader della Lega Matteo Salvini ha detto che chiederà al premier Mario Draghi di guidare un percorso di pacificazione nazionale. “La destra ha sempre coltivato questa ambizione. Ricordo quando, già negli anni Ottanta, Mirko Tremaglia, in occasione del 25 aprile, riuniva chi aveva combattuto la guerra di liberazione in divisa, vale a dire i soldati schierati con il Re, insieme agli ex militari che avevano sostenuto la Repubblica sociale. Nel 2009, a Onna, il presidente Silvio Berlusconi tenne un discorso memorabile sulla pacificazione nazionale e da lì, guarda caso, cominciò la sua criminalizzazione. Alla sinistra fa comodo che il paese resti diviso e prigioniero del passato”.
Non abbiamo parlato del centrodestra: come andranno i ballottaggi? “Confido nell'eterogenesi dei fini: esagerano al punto che potrebbero indurre gli astenuti a recarsi alle urne”. Pure lei è convinto che Fdi sia il primo partito d'Italia? “Io penso che il nostro obiettivo è superare Pd e M5S. Mi lasci dire però che abbiamo la migliore classe dirigente d'Italia”. Il disagio leghista per Meloni in crescita è una fantasia dei giornali? “Di recente, ho avvertito una particolare sintonia tra Giorgia e Matteo. Poi, certo, quelli della Lega un po' li comprendo, il rischio del sorpasso può generare insofferenza”.