la conferenza stampa
Un po' Gesù, un po' De Gasperi. Così Michetti si sfila dalle accuse di fascismo
"Non voglio vincere con l'odio, ma con la pace", dice il candidato del centrodestra per il Campidoglio in conferenza stampa, insieme ai leader di centrodestra. "Sono un democristiano, ho sempre avuto la tessera della Dc e dell’Azione cattolica"
Altro che fascista. Un po’ Alcide De Gasperi, un po’ Gesù. Enrico Michetti forse esagera con i paragoni, ma il senso delle sue parole è sempre lo stesso. “Non sono un fascista, sono un democristiano, si potrebbe dire che sono nato in una parrocchia e ho sempre avuto la tessera della Dc e dell’Azione cattolica”.
Nel corso della conferenza stampa dei leader del centrodestra – ci sono Salvini, Meloni, Tajani, Sgarbi, Lupi e Cesa – a sostegno del candidato sindaco al Tempio di Adriano, Michetti si lancia. Offre il suo aspetto ecumenico, mansueto, pacifico. D’altronde la conferenza gira in parallelo su due cose: il patto per Roma, e dunque le proposte di riforma per la città firmato da tutti i leader, e il grido al quasi complotto. “Ci vogliono fare passare per fascisti e distrarre i cittadini per vincere le elezioni”, dicono più o meno tutti.
E così Michetti parte. Si lancia nel primo audace paragone. “Io penso di avere vissuto, nel piccolo, quello che ha vissuto Alcide De Gasperi, che per me è un mito assoluto, quando si rivolse alla conferenza della Pace di Parigi e disse ‘so che tutto è contro di me tranne la vostra personale cortesia’ quell’uomo ricostruì il Paese. In questa campagna elettorale tutto era contro di me, tranne una coalizione unità e un dato valoriale forte fatto di gioia e pace che non distruggeranno mai”. Poi assurge fino a Cristo. “Io – dice – sono un cristiano cattolico e questa campagna elettorale, dove ho ricevuto 86 attacchi in 100 giorni, mi ha fatto capire che sono un cristiano cattolico vero: nonostante gli attacchi ho offerto sempre l’altra guancia, senza replicare mai”. Poi, tornando alla logica del “complottone” si lancia. “Tu - dice rivolto a Meloni - hai fatto un danno enorme. Perché qui era già stato preparato uno spartito per dire che il candidato del centrodestra è un fascista. Forse si aspettavano che il candidato sarebbe stato un altro, chissà chi, e invece Giorgia ha candidato una persona moderata con un passato da centrista, questo deve avere sconcertato”.
I leader del centrodestra gli danno manforte. “Nonostante tutto quello che gli hanno vomitato in testa – parte Matteo Salvini – Michetti non ha mai perso per un minuto la pazienza e ha messo sempre al centro Roma”. Poi anche lui invoca la pace: “Do una notizia esclusiva: fascismo e comunismo sono stati sconfitti dalla storia. E invece qui siamo a manifestazione di partito il giorno prima delle elezioni (l’evento indetto sabato 16 dalla Cgil a Roma ndr). O pacifichiamo realmente questo paese o non facciamo un buon servizio al paese”. E ancora Antonio Tajani: “Qui non si tratta di scegliere tra fascismo e antifascismo si tratta di scegliere il sindaco di Roma, i cittadini non si devono far confondere”. Poi Lorenzo Cesa dell’Udc torna sulla vecchia polemica dell’indebita appropriazione della Resistenza: “Sembra che la Resistenza l’hanno fatta solo i comunisti. Le brigate partigiane cattoliche avevano 27mila uomini, io ne conservo ancora oggi la bandiera e questi, Lilli Gruber e gli altri, come si permettono a dire che Michetti è un fascista? È allucinante: tutta la campagna elettorale è stata impostata questo argomento”.
Michetti chiude sempre in versione pecorella del Signore. Per paradosso con un argomento spesso usato dal centrosinistra contro il segretario della Lega Matteo Salvini. “Chi fa politica deve sapere che ha la responsabilità di governare non di vincere. E per farlo la prima cosa che bisogna evitare è l’odio. Il clima di odio prima o poi si trasferisce e ne crea un altro uguale e contrario. Con l’odio si può vincere un elezione, ma poi non si governa. Io questo lo so e miei competitor non li ho mai neppure chiamati avversari, ma colleghi. Non voglio vincere con l'odio, voglio vincere con la pace”. Amen.