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Conte insegue Grillo sui tamponi gratis. E il M5s si spacca di nuovo
L'ex premier si sente superato dalla proposta sul blog del Garante e rilancia. "L'avevo già detto io". I gruppi parlamentari ribollono: "Non siamo stati consultati". L'ex ministro Azzolina: "Per la scuola i tamponi non sono mai stati gratuiti"
Pare sia andata così. Giuseppe Conte scrolla il telefono e quando vede il post di Grillo sui tamponi gratuiti strabuzza gli occhi. Lo legge come l'ennesimo tentativo di scavalcarlo. E allora non si tiene. Ricorda di essersi già espresso a riguardo. E ben prima dell'uscita estemporanea del comico. "Noi come M5S abbiamo invocato e proposto il tampone gratis, quindi adesso bisogna vedere per quanto riguarda le dotazioni finanziarie". Riporta l'attenzione a questo vecchio intervento, durante un comizio elettorale, quando era in discussione il decreto sul green pass. Ma i suoi non è che lo seguano granché. Se è vero che subito, il sottosegretario all'Interno Carlo Sibilia, corregge il tiro: "Chi non ha il green pass è un no vax". Altro che richiesta di pacificazione e necessità di aprire un dibattito, come recitava la proposta di Grillo nel post apparso sul suo blog.
"Sarebbe un bene se sapessimo qual è la linea, perché mi pare che la situazione è tutt'altro che chiara", dice al Foglio il deputato abruzzese del M5s Giuseppe Vacca. "Ci siamo sempre detti a favore del green pass e poi fuoriescono queste posizioni che sono tutt'altro che condivise. Non sarebbe stato un male discuterne per tempo, altrimenti diamo l'idea di avere una risposta indefinita". Anche perché è da ieri che le chat dei parlamentari sono in ebollizione. Solo oggi ci sono state cinque riunioni degli eletti grillini al Senato. E come riferisce un deputato del nord "la contrarietà al tampone gratis resta maggioritaria all'interno dei gruppi". Tra i più combattivi sul punto l'ex ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina. Che ha ricordato come per la scuola non si sia mai posto il problema dei tamponi gratuiti. E che l'organizzazione di una campagna di screening non potrebbe prescindere da un dato di realtà: e cioè che in alcune regioni settentrionali (ad esempio il Friuli-Venezia Giulia) le prenotazioni nelle farmacie arrivano fino al termine dell'anno. Perché mai dovrebbero essere rivisti questi tempi di attesa da un'emergenza che s'è prodotta stravolgendo le disposizioni dello stesso governo? Così che in serata è lo stesso Conte a intervenire, con un post su Facebook. "Il costo dei tamponi va calmierato ulteriormente, perché chi vive in situazioni di indigenza deve avere la possibilità di fare un test senza che pesi in modo drammatico sul bilancio familiare. Su questo ci aspettiamo un impegno chiaro da parte del governo", scrive l'ex premier. Insistendo sulla linea delle riaperture nei luoghi della socialità che nelle scorse settimane ha riguardato teatri, cinema e musei sopra tutti.
Ma che tra i grillini serpeggi un certo malumore, lo prova anche l'attendismo del ministro degli esteri Luigi Di Maio. Che dopo aver subodorato la trappola ha pensato bene di restare alla larga dalla questione tamponi. Ché in fondo sarebbe stato un azzardo esporsi in questa fase. (Guardate cosa va dicendo in queste ore il segretario del Pd Enrico Letta: "Il tampone gratuito? Come un condono per gli evasori"). Lasciando così a Conte il ruolo di chi è costretto a inseguire gli umori dell'Elevato. Quando il suo compito in realtà sarebbe quello di guidare.