Palazzo Chigi
Draghi dice no ai tamponi gratis. La priorità è il fisco
È nata la nuova coppia “MM”: Mario e Maurizio
Si salda l'asse fra il premier e Landini. Nuove misure come la Cig prorogata, più ispettori del Lavoro, ecobonus e cartelle dilazionate. Il governo crede ancora nella strategia dei vaccini. Salvini e Conte chiedono ancora tamponi gratis
Era dunque più di un abbraccio. I balordi che hanno devastato la sede della Cgil non lo sanno, ma ci hanno fatto un regalo. Hanno consegnato al paese la nuova coppia “MM”, Mario e Maurizio, saldato l’asse tra la cravatta di Draghi e la maglia della salute di Landini, favorito l’intesa tra il governo e l’officina. Il governo non cambia idea sui tamponi che non possono essere gratuiti perché “si sta raggiungendo la soglia del 90 per cento dei vaccinati”. C’è invece questa novità del blu e del rosso, il premier e il segretario.
Intanto, i funzionari del Mef preparano il documento fiscale che sarà portato in Cdm probabilmente venerdì pomeriggio. Questo pomeriggio, mentre si convocava la cabina di regia a Palazzo Chigi, non c’è stato spazio per la perplessità e il cedimento, per quell’idea che i tamponi debbano essere “il bonus di stato” di uno stato che già paga i vaccini. Perché ripeterlo? Perché ci saranno ore in cui il governo sarà assediato da squilibrati che non bisogna però chiamare avanguardia. I sindacati hanno proposto, ancora, che siano le imprese a pagare i tamponi, suggerito il credito d’imposta. Se ne è discusso per tutto il giorno ma appunto se ne è solo discusso.
Perché il governo resiste? Perché si difende un principio e perché di buone notizie ce ne sono e hanno a che vedere con la sicurezza, il salario, sono le notizie che avrebbero fatto sorridere, e dovrebbero fare sorridere, “i lavoratori”, “la massa lavoratrice” . Draghi le ha infatti comunicate ai sindacati questa mattina. Landini, che era troppo felice, non ha resistito e le ha volute elencare subito dopo l’uscita dal Palazzo: cassa covid prorogata per altre 13 settimane, nuovi strumenti per combattere le morti sul lavoro. Significa nuove assunzioni di ispettori con più competenze, sanzioni più severe.
Sono provvedimenti che sono stati successivamente illustrati in cabina di regia e definiti dal premier “incisivi”. Non era dunque solo un abbraccio. Chi, ed era lunedì, ha visto il premier mettere la mano sulla spalla del metal-segretario Landini, aveva come l’impressione di vedere plasticamente quel famigerato “modello Ciampi”, la relazione come virtù governo-sindacato-aziende. C’è qualcosa che va al di là di questo ballo che è diventato quasi sudamericano, il racconto di un’Italia polveriera, vaccini e fumogeni, la preparazione di una specie di giorno zero.
Quel qualcosa è un’evoluzione che riguarda il carattere del segretario della Cgil. E’ stato detto? Non è stato detto. Dove è rimasto quel segretario contrarissimo al green pass scoperto sotto il sole d’agosto? Questa mattina, dicono, che quella figura era una figura scomparsa anche perché sconvolta dall’attacco delle bestie in casa. Era anche il giorno del centenario della nascita di Luciano Lama a cui Draghi ha dedicato parole così alte che non potevano non riguardare Landini, commuoverlo: “Lama ha contribuito in modo decisivo al mantenimento della pace sociale nel paese (…) opponendosi alla brutalità dell’estremismo. La sua azione incessante a difesa dei più deboli, la sua costante opera di mediazione e la sua convinta difesa della democrazia hanno permesso al sindacato di acquisire un ruolo centrale nella modernizzazione del paese”.
Sembravano quasi un invito all’emulazione del migliore. Il sindacato si sta mobilitando per invertire la narrazione “io non mi vaccino”, una narrazione che in realtà è tanto amplificata. I numeri, anche quelli dei portuali, dei camalli che sono descritti come gli ultimi dei forconi, sono in realtà minori. Sempre stamattina, Landini si faceva grande suggeritore del tampone aziendale che non è certo una novità, ma più come passaggio calmierato, più come un gradino che gli operai è convinto possano facilmente superare. Il vero ultras del tampone gratis è rimasto solo Salvini. Ma questo si sa. Doveva essere tanto solo che Giuseppe Conte ha pensato di fargli un po’ di compagnia. Hanno qualcosa in comune: la nostalgia del comando. Anche lui è sulla buona strada. Pure lui ha iniziato a dire la sua mentre i ministri del M5s sono riuniti. Questa volta, in cabina, era il turno di Stefano Patuanelli.
Ha dovuto leggere sul telefono, un po’ come accade a Giorgetti con Salvini, questa dichiarazione di Conte: “Serve un chiaro impegno del governo sul prezzo dei tamponi”. Anche lui voleva fare il pacificatore-provocatore. La parola “pacificazione” rimane invece, malgrado loro, una parola amata dal governo. Nel decreto fiscale di venerdì si metterà in conto una dilazione di cinque mesi per le cartelle esattoriali, entra l’ecobonus su automotive voluto dal ministro dello Sviluppo Economico, la coppia MM (Mario-Maurizio) si affiata. Si scommette sul grande sciopero. Non è mai stato così bello vedere perdere queste squadracce.