L'intervista
Coletta: “A Latina sconfitta la destra che puntava sull'ideologia. Ora pacificazione”
Il sindaco riconfermato, cardiologo ed ex calciatore (era in svantaggio al primo turno) si definisce “garante di un equilibrio” e rivendica la propria vocazione civica: “Per me ha votato anche parte del centrodestra”
“No, con il leghista Claudio Durigon non mi sono sentito dopo la mia conferma. Mi ha chiamato invece il candidato del centrodestra Vincenzo Zaccheo…”. Ha ribaltato ogni pronostico e ha sbaragliato il centrodestra che aveva sfiorato al primo turno la vittoria: Damiano Coletta, medico cardiologo ed ex calciatore, sarà per altri cinque anni il sindaco di Latina, anche se al momento non ha la maggioranza in Consiglio comunale. È stato sostenuto da una coalizione a matrice civica, appoggiata dal centrosinistra e rinforzata dall’innesto di voti conservatori al ballottaggio.
“Qui ha vinto la città che antepone a tutto i valori del bene comune. Chi ha perso? Le vecchie clientele”, aggiunge il primo cittadino, analizzando il risultato. Domenica e lunedì scorso ha recuperato il gap che lo separava dal rivale conservatore: “Per me si sono schierati pezzi di centrodestra, famiglie storiche della città che hanno visto in me una figura in grado di dare slancio alla città. Nel primo turno? Hanno pesato le tante liste avversarie e il numero maggiore di candidati dei partiti con Zaccheo”. La città a detto no a Durigon, alla Lega, a Fdi? “Vorrei andare oltre. Dovremmo superare - ribatte Coletta - l’aspetto ideologico. Nella campagna elettorale c’è stato il tentativo di spostare la contesa in questo ambito, con le polemiche che sappiamo. La mia risposta? Sono andato avanti con i valori, e con la progettualità sostenibile. E gli elettori hanno premiato la competenza”.
La gestione dell’emergenza Covid e la posizione netta pro vax e pro green pass hanno avuto un peso? “Ho amministrato bene la crisi pandemica, soprattutto durante la prima ondata Il mio vissuto professionale è stato d’aiuto. I cittadini hanno visto un sindaco che si prendeva cura di loro, con dirette social seguite da migliaia di persone”. Il centrodestra non ha avuto altrettanta linearità: “Sui vaccini i conservatori hanno provato a fare scelte in funzione del consenso, mentre la politica deve fare scelte e avere la scienza come guida”, taglia corto.
Sul fronte amministrativo c’è da superare l’anatra zoppa (il centrodestra è maggioranza nell’assise comunale): “Non sarà un problema. Sono stato scelto dalla città per i prossimi cinque anni. Confido nel senso di responsabilità. Spero in un governo di larghe intese, con le teste migliori della comunità riunite intorno a un tavolo per dare risposte e orizzonti di sviluppo”.
Si definisce ancora “un civico coerente”, ma adesso ha una prospettiva differente: “Vorrei aprirmi ai partiti muovendomi da una identità civica che ha rappresentato un punto di sintesi per la coalizione di centrosinistra, ma anche per un centrodestra non codificato da una identità di partito che si è ritrovato nel nostro campo largo. Il dialogo con Annalisa Muzio (candidata indipendente di centrodestra)? Il nostro tavolo è aperto a chi crede nel bene comune”.
Per il futuro amministrativo prossimo in molti si chiedono: “A parchi come siamo messi?”. “Il verde pubblico è un mio punto di forza. E lavoreremo sul parco Falcone e Borsellino per farlo più bello”. Nuove polemiche sulle intitolazioni in vista? Qui Coletta è molto misurato: “Dobbiamo pacificarci con la storia, senza negazioni o strumentalizzazioni. Entriamo in un’era post-ideologica. La storia del parco per esempio, è stata strumentalizzata, una parte della città l’aveva presa male. La dizione "parco Arnaldo Mussolini” era stato tolta dal podestà nel 1943”. Da qui i nuovi propositi: “Ho creduto nella riqualificazione della nostra Piazza del popolo, riportandola al progetto del maestro futurista Sibò… Sono riuscito a trovare con un archeologo dove è stata posata la prima pietra della fondazione della città. La storia si rispetta, per renderla oggettiva e a disposizione di tutti”, argomenta ancora.
L’ultima battuta è sul calcio, avendo il sindaco calcato il rettangolo verde con qualche buon riscontro: “Sono sempre stato il regista davanti alla difesa, un centromediano metodista che copriva tutta la squadra e lo trovavi sempre pronto a dare una mano. Queste qualità le ho portate in politica. Sono un agonista, e come tutti gli interisti, le finali difficilmente le sbaglio: non a caso ho vinto due ballottaggi…”, conclude Coletta con un sorriso, inevitabilmente “nerazzurro”.