Sulle critiche alla Finanziaria si ricrea l'asse gialloverde
Il ritorno di fiamma tra M5s e Lega, che chiedono al governo di prorogare il superbonus al 110 per cento per tutti i tipi di edifici. "Non si possono tradire le aspettative"
Con uno sfoggio di fantasia si potrebbe citare quella canzone su certi amori che non finiscono, fanno dei giri immensi (tra cui il Papeete), ma poi ritornano. Qualcuno direbbe che è la colonna sonora di un riavvicinamento, quello in atto tra Cinque stelle e Lega. Che dopo essersi uniti in matrimonio all'epoca del governo gialloverde, e poi separati brutalmente dopo i fatti dell'estate 2019, ora tornano a una insperata convergenza. Guardate quel che si muove nei due partiti a proposito della prossima legge di Bilancio.
Il governo, con l'approvazione ieri in Consiglio dei ministri del Documento programmatico che confluirà nella Finanziaria, ha posto dei paletti e indicato delle linee guida per gli interventi prossimi. Tanto è bastato per creare spaccature, e mettere i partiti nella condizione di alimentare un certo tipo di recriminazioni.
Il Movimento cinque stelle, per esempio, ha mal digerito che nella nuova legge di Bilancio non si faccia menzione del rifinanziamento del Superbonus ristrutturazioni per tutte le fattispecie per cui era previsto oggi. Draghi, infatti, sta lavorando a un testo che faccia dei distinguo: per cui la possibilità di accedere al finanziamento al 110 per cento non varrebbe per le abitazioni unifamiliari e plurifamiliari. E tra i primi a prendere posizione a riguardo è stato proprio l'ex premier Conte in persona. "Il Superbonus è una misura che sta facendo correre il nostro Paese e che contribuisce a perseguire una transizione ecologica davvero democratica e inclusiva. Grazie alla nostra determinazione abbiamo ottenuto una prima proroga della misura, ma non possiamo accontentarci. Bisogna fare di più: il Governo ne garantisca la proroga anche agli edifici non condominiali e la renda accessibile negli anni a venire", ha scritto il capo politico del M5s su Facebook. Secondo cui, in più, "stiamo portando avanti questa richiesta con voce ferma, in compagnia di tante famiglie, imprese e associazioni di categoria che reclamano fortemente questa agevolazione".
A scorrere le posizioni dei partiti, però, si resta sorpresi nello scoprire che questa "richiesta con voce ferma" la stanno sostenendo non solo nel M5s (l'hanno avanzata l'ex sottosegretario Riccardo Fraccaro e il capogruppo al Senato Ettore Licheri), ma anche nel partito di Matteo Salvini. Il senatore Paolo Arrigoni, responsabile Energia della Lega, ha infatti chiesto che la manovra contenga "la proroga di tutti i bonus edilizi (ristrutturazione, ecobonus, sismabonus, facciate, arredi) almeno a tutto il 2022 e il Superbonus al 2023, a favore di tutta la platea di beneficiari, inclusi gli edifici unifamiliari e le unità immobiliari funzionalmente indipendenti". Anche perché, come ci tiene a specificare Arrigoni in un documento sottoscritto insieme ad altri colleghi di partito, "la Lega su questo era ed è chiara: non si possono tradire le attese di proprietari ed imprese".
Sono molteplici i punti di divergenza che animano la maggioranza. E su molte delle questioni in discussione, i due ex alleati hanno posizioni diametralmente opposte (per dire, sul reddito di cittadinanza Salvini sarebbe disposto a sostenere il referendum per l'abrograzione della misura che introdusse quando era al governo). A cosa potrà porterà questo strano asse rivolto al passato costruito sul Superbonus? Se son rose, fioriranno.