l'intervista
"Caro Letta, su Mps devi andare oltre gli slogan", dice il sindaco di Siena
"Una soluzione alla Alitalia? Sarebbe un fallimento"
Parla Luigi De Mossi. "Il segretario del Pd si ricordi del territorio che l'ha eletto. La sinistra è stata un male per il Monte dei Paschi, ma non sono per gli autodafè. Anche il centrodestra non può tirarsi indietro, certe idee sovraniste non servono"
"La campagna elettorale è finita. E chi si è fatto eleggere in questo collegio non può più scappare. E' finito il tempo degli slogan sul Monte dei Paschi". Il sindaco di Siena Luigi De Mossi il naufragio delle trattative tra il Mef e Unicredit sulla compravendita dell'istituto senese lo legge come un avvertimento per la politica. Che per Mps è stata più che altro una croce negli ultimi decenni. "La responsabilità della sinistra è sotto gli occhi di tutti, ma non sono per gli autodafè. Mi aspetto che adesso il segretario Letta mantenga la promessa di occuparsi delle questioni del suo collegio, essendo capace di dare risposte concrete. Altrimenti fallirà, come tutti quelli che sono venuti prima di lui", dice in questo colloquio col Foglio il primo cittadino della città, eletto nel 2018 come candidato civico sostenuto da Meloni, Salvini e Berlusconi. Si aspettava che la situazione precipitasse così repentinamente? "Credo che si sia trattato di un prendere o lasciare da parte di Unicredit. Un caso molto strano in cui è l'acquirente a fare il prezzo. Capisco che Mps abbia delle criticità, ma 7 miliardi e mezzo di euro tra benefici fiscali e aumento di capitale mi sembrano un'enormità. Quando si tira troppo la corda, poi si spezza".
Da questo punto di vista, quindi, un ulteriore periodo di riflessione, come lo chiama De Mossi, potrebbe fare più bene che male. "Draghi è una garanzia assoluta per la sua statura internazionale. Credo che possa convincere la Commissione europea a concedere una proroga rispetto al cronoprogramma concordato. L'obiettivo deve essere quello di non disperdere il capitale di una banca che ha dimostrato di saper funzionare per 700 anni. Sono un profondo liberista, e non condivido assolutamente certe idee sovraniste. Ma è chiaro che non si possano fare saldi di fine stagione. Anche perché l'obiettivo non è solo salvaguardare i livelli occupazionali, ma la storia del marchio e il suo indotto. Mi auguro si possano percorrere strade alternative, ad esempio selezionando degli advisor o delle banche che possano raccogliere offerte di investimento". Anche se, lo sa benissimo, il rischio è che si finisca per immettere nuovo capitale pubblico emulando l'esempio fallimentare di Alitalia. "E' per questo che bisognerà lavorare su un management e un consiglio di amministrazione di assoluto livello. Ma lo ripeto, la gran parte dei problemi di Mps derivano dalla gestione che ne ha fatto una certa sinistra. E' tempo che la politica smetta di chiedere e inizi a dare. Dobbiamo essere come l'Angelus novus di Paul Klee, capaci di andare avanti pur sapendo guardare indietro".
Allargando lo spettro, si potrebbe dire che Mps nella partita del collegio di Siena ci sia finita in modo periferico, a mo' di trafiletto nei programmi elettorali. Anche il segretario Salvini se n'è disinteressato troppo? "Non credo, anzi dico alle forze del centrodestra, che hanno dimostrato di sapersi radicare nel territorio, che molto ci si aspetta anche da loro. Anche perché parafrasando l'avvocato Agnelli ciò che è buono per Mps è buono anche per il paese", risponde De Mossi. Che sulla sconfitta del centrodestra alle ultime suppletive ha le idee piuttosto chiare. "Rispetto molto Tommaso Marrocchesi Marzi, credo che fosse un buon candidato. Ma davanti aveva una corazzata come il segretario del Pd. Le categorie sono importanti, è ovvio che partiva svantaggiato. Ma i circa 800 voti di distacco, un distacco minimo, stanno lì a dimostrare una mutazione antropologica importante in un territorio storicamente di sinistra". Molti sostenevano che con lei si potesse addirittura vincere. "Se n'era parlato anche alle scorse elezioni regionali. Di certo avevo un buon trend. Ma sono stato eletto per fare il sindaco e con serietà voglio portare a termine il mandato". Ha già parlato con il deputato Letta? "No, ma appena ne avrò occasione gli ricorderò che se è stato eletto per rappresentare un territorio deve rispettare l'impegno. Altrimenti i senesi gliene chiederanno conto molto presto".