Ecco le bozze
La zuffa notturna sulle pensioni e non solo. Così si arriva al Cdm sul nuovo decreto Semplificazioni
"Qui la discussione si fa politica". Così il sottosegretario Garofoli stoppa la baruffa tra i ministeri di Brunetta e Dadone
Il pre-consiglio è andato avanti ben oltre la mezzanotte. Tensioni sulle proposte di Brunetta, per ora accantonate. Novità su turismo, scuola e infrastrutture. Cosa c'è nel provvedimento per il Pnrr che arriva oggi in Cdm
Pensioni, sempre pensioni. Sulle pensioni s'è arenato il confronto tra Mario Draghi e i sindacati, col premier che s'è alzato piccato e ha lasciato il tavolo della trattativa con Cgil, Cisl, Uil; e sulle pensioni, sia pure sotto altra forma, si è impantanato anche il vertice notturno a Palazzo Chigi in vista del decreto “Semplificazioni” che andrà in Cdm quest'oggi.
Un testo complicato, quello in discussione, che dovrebbe raccogliere tutte le norme che i vari ministeri chiedono di varare per superare lungaggini e contorsioni burocratiche e rendere agevoli i lavori di attuazione del Pnrr. E proprio in virtù della delicatezza del decreto, che è il terzo dedicato alle semplificazioni normative da che è iniziata la stagione del Recovery plan, Palazzo Chigi ha ritenuto opportuno convocare, cosa non così frequente nel “metodo Draghi”, un pre-consiglio serale. Si è iniziato alle 22.30, e si è andati avanti ben oltre la mezzanotte, in uno scenario che a qualcuno, forse per la prima volta, ha ricordato le vecchie riunioni notturne e spesso inconcludenti dell'epoca Conte. A guidare le operazioni c'era il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli. E' stato lui a tenere le redini del dibattito, ed è stato anche lui a evitare l'incancrenirsi del confronto tra gli sherpa sul nodo delle pensioni: “Questa è una questione più politica che tecnica, di cui è bene che parlino i ministri”.
Ne parleranno oggi, verosimilmente, nel corso del Cdm che dovrebbe vedere l'approvazione del decreto, alla vigilia del nuovo vertice di governo per il via libera alla legge di Bilancio. La proposta più dibattuta, ieri sera, è arrivata dal ministero guidato da Renato Brunetta. Prevede, in sintesi, la possibilità per la Pubblica amministrazione di continuare ad avvalersi di esperti e tecnici in età pensionabile, laddove il loro contributo venga ritenuto necessario per l'attuazione dei progetti previsti nel Pnrr. Il provvedimento si muoverebbe su due binari: da un lato la facoltà di assegnare incarichi di consulenza e collaborazione, ovviamente retribuiti, a esperti già andati in pensione; dall'altro il trattenimento in servizio dei dirigenti della Pa che si occupano di progetti connessi al Pnrr. Il tutto, nell'ottica di garantire piena efficienza agli uffici chiamati a gestire una mole di lavoro enorme, per rispettare le scadenze del Pnrr. E però la norma è stata contestata sulla base di altre considerazioni: quelle, cioè, di chi predicava la necessità di un ricambio generazionale. E i più accalorati, su questa posizione, sono stati i tecnici dei ministeri grillini, e su tutti quelli di Fabiana Dadone, titolare delle Politiche giovanili. Il che è a suo modo un discreto paradosso: nel senso che a difendere le ragioni del ricambio generazionale sono in sostanza coloro che approvarono quella Quota 100 che doveva garantire tre nuove assunzioni per ogni prepensionamento, e invece s'è risolta in un turnover del 40 per cento appena.
Come che sia, alla fine s'è deciso di accantonare la norma, che al momento risulta espunta dal testo del decreto, ma tornerà a essere dibattuta nel Cdm di oggi. Nella bozza sono invece finite altre norme, più o meno direttamente connesse all'esigenza della semplificazione normativa ma comunque approvate con trasversale consenso. La Lega, con Massimo Garavaglia, ottiene 98 milioni per il finanziamento di un credito d'imposta al 50 per cento per la digitalizzazione della agenzie e dei tour operator di qui al 2024. Enrico Giovannini invece riesce a strappare delle semplificazioni riguardanti gli investimenti ferroviari: si definisce la possibilità, per tutti i cantieri legati al Pnrr o comunque finanziati con fondi europei, di procedere all'affidamento della progettazione e all'esecuzione dei lavori anche solo sulla base del progetto di fattibilità tecnica ed economica. Inoltre, per aggirare opposizioni e inerzie delle amministrazioni locali, si stabilisce che il ministero dei Trasporti invii un documento strategico con la programmazione quinquennale dei principale investimenti in campo ferroviario alle commissioni parlamentari competenti e alla Conferenza unificata (stato-regioni-città), e che queste abbiano non più di 30 giorni per esprimere eventuali riserve, dopodiché il ministero procede con un proprio decreto all'attuazione del piano.
Denso, infine, è il capitolo che riguarda scuola e università. Si interviene infatti nelle legge sul cofinanziamento per la realizzazione degli alloggi introducendo semplificazioni di vario genere, promuovendo inoltre “prioritariamente la ristrutturazione, la trasformazione, anche attraverso interventi di demolizione e ricostruzione, e l'acquisto di strutture e immobili esistenti con la finalità di perseguire elevati standard ambientali”. Si agevola anche l'erogazione di borse di studio attraverso risorse stanziate dal Pnrr e per progetti legati agli obiettivi del piano. Infine, si lancia un “concorso di progettazione”, strutturato in due fasi, per realizzare “scuole innovative dal punto di vista architettonico e strutturale, altamente sostenibili e con il massimo grado di efficienza energetica, inclusive e in grado di garantire una didattica basata su metodologie innovative e una piena fruibilità degli ambienti didattici”: a questo scopo vengono stanziati 9,5 milioni di euro, di cui 2,3 per retribuire i membri delle commissioni giudicanti sul territorio nazionale e 7,2 milioni come premi da assegnare ai vincitori dei concorsi.