Ci risiamo

Sul green pass torna la Lega bipolare. Coi No Vax nel weekend, contro al lunedì

Ruggiero Montenegro

"Osservare le regole non è accettare la dittatura", dice Zaia dopo le manifestazioni contro il certificato verde di Padova. E il canovaccio continua a ripetersi: anche sulla stretta alle proteste no pass c'è un Carroccio di lotta (che condanna Lamorgese) e uno di governo

Passano i giorni e, grossomodo, il copione è sempre lo stesso. Si ripete. In settimana si attacca Lamorgese, "Se vietiamo le manifestazioni perché non siamo in grado di far rispettare le regole, allora il ministro dell'Interno non sa fare il suo lavoro", per dirla con le parole di Matteo Salvini; arriva una dichiarazione scettica sulla campagna vaccinale – magari attraverso il profilo Twitter di Claudio Borghi, ma è sempre molto attivo, ad esempio, pure Alberto Bagnai. Segue una critica al certificato, "Spero che con il 2021 si chiuda anche la necessità del green pass”, qui il copyright è ancora quello del segretario. Il numero uno del partito che, come è accaduto settimana scorsa, quando c'è da convertire in legge il decreto sul lasciapassare verde, approvato dalla maggioranza alla quale il Carroccio dovrebbe appartenere, preferisce assentarsi in sede di votazione, insieme ad un folta pattuglia leghista.

 

Poi però arriva il fine settimana, la conferenza stampa della Cabina di regia del ministero della Salute che fa i conti e certifica l'aumento dei contagi, mentre da Milano a Padova e Trieste, scendono in piazza No pass e NO vax, e allora tocca a qualche governatore leghista alzare la voce, mettere in guardia il suo popolo. O più semplicemente fare i conti con la realtà, con una curva pandemica che è ancora sotto controllo ma che senza gli opportuni accorgimenti potrebbe preoccupare. Così, se la settimana scorsa è stato Massimiliamo Fedriga, presidente del Friuli-Venezia Giulia a lanciare l'allarme ai triestini, e non solo, - “Rischiamo di finire in zona gialla entro novembre per colpa dei pasdaran no vax, i pasdaran delle menzogne”, oggi è toccato a Luca Zaia, governatore del Veneto scagliarsi contro gli irresponsabili, ricordare che “la pandemia non è superata”.

 

Lo ha fatto in un'intervista al Corriere della Sera, dove pur non citando mai i suoi compagni di partito, passa in rassegna e stigmatizza molti degli atteggiamenti di certi leghisti, per opporsi all'idea “diffusa che del virus non si muore o addirittura non esista. Non posso giustificare i diffusori di fake news e gli agitatori. Un impianto costruito su notizie false e messaggi aggressivi non è accettabile”, sottolinea il presidente, prima di soffermarsi sugli effetti che questo tipo di approccio può provocare, sui rischi e le criticità legate alle proteste. “Le manifestazioni non possono trasformarsi in un problema serio per la popolazione. Se vai a manifestare contro il green pass senza mascherina, evidentemente il problema è più grave: significa negare il virus”. E lo è tanto più in una fase in cui sono sempre di più i paesi europei che prendono il certificato all'italiana come modello sul lavoro, e si spingono ancora oltre con lockdown selettivi come in Austria o a Berlino.

 

Anche per questo allora, Zaia si oppone a chi semplifica troppo, a chi ancora, dopo quasi due anni di pandemia, parla di semplici raffreddori o influenze, nonostante milioni di morti in tutto il mondo: “Non può passare l'idea che tutto che tutto era evitabile, che tutto sia stato una montatura”. E poi, aggiunge, il governatore: “Osservare le regole non è accettare la dittatura ma rispettare il prossimo”. Salvini, Borghi e compagnia, sentito?

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