Foto Ansa

Vaffa alla buvette, insulti in Aula. Il giorno dopo la Rai la maggioranza implode

Valerio Valentini

Al Senato, Iv e centrodestra votano con Fdi contro il governo. "È finita la maggioranza Draghi", urlano i rossogialli. Che però, tra di loro, si mandano a quel paese. La legge di Bilancio è già nella palude. Il Pd rischia l'isolamento

Palazzo Madama, l'alba del giorno dopo. Insulti in Aula, i vaffa davanti alla buvette. E nel mezzo, un'analisi della legge di Bilancio che si blocca prima ancora di iniziare per una zuffa tutta interna ai rossogialli, e un governo che va sotto per due volte in pochi minuti.

La misura del dramma la dà Simona Malpezzi, capogruppo del Pd. Che esce dall'Aula e sbotta: "Evidentemente qualcuno sta provando a costruire un'altra maggioranza. Di destra". Ce l'ha con Forza Italia, Lega e anche Italia Viva. Rei, dice Malpezzi, di non aver seguito le indicazioni del governo. "L'evolversi della pandemia ha indotto l'esecutivo a dare parere negativo su alcuni emendamenti del dl Riaperture. Pd, M5s e Leu si sono adeguati. Gli altri no. E poi hanno pure applaudito quando hanno visti il governo andare sotto". Poco più in là, dentro l'Aula, la capogruppo di Leu, Loredana De Petris, urla contro il ministro grillino Federico D'Incà: "Ma questo di politica non capisce niente".

  

L'incidente perfetto si è prodotto anzitutto sui bus turistici: un emendamento proposto dal dem Salvatore Margiotta consentirebbe la riapertura dei mezzi al 100 per cento della capienza. Il governo, contrariamente agli orientamenti della vigilia, dà parere negativo. Ma a quel punto Fratelli d'Italia fa la classica furbata. Lo ripresenta uguale, e ottiene i voti di tutto il centrodestra, di Iv e dello stesso Margiotta. Patatrac. Passano pochi minuti e la scena si ripete, su un emendamento a prima firma del renziano Cucca, riguarda le nomine per i dirigenti delle ASL. Parere contrario del governo. E il governo va sotto, di nuovo. Il tutto, in un insieme di sciatteria e tatticismo in cui succede di tutto: pure che una ministra del governo, la leghista Erika Stefani, finisca con l'essere additata di aver votato contro il governo; pure che il gruppo di Forza Italia voti a favore di un emendamento su cui il ministero della Pa, guidato dal forzista Renato Brunetta, aveva espresso contrarietà. La zuffa tra i senatori dem, con Andrea Marcucci e D'Arienzo che si scambiano insulti, è il corredo finale.

Di più su questi argomenti:
  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.