Emilio Carelli, ex direttore di SkyTg24, eletto deputato con il M5s nel 2018. Oggi è nel gruppo di Coraggio Italia (LaPresse)

Conte nei guai

“Il M5s tornerà presto in Rai. Così fanno un danno anche a loro”. Parla l'ex grillino Carelli

Ruggiero Montenegro

"Non è possibile boicottare il servizio pubblico. Cambieranno decisione in breve tempo. Ed è un po’ paradossale che l'Avvocato del popolo si lamenti proprio ora. I problemi del Movimento vanno oltre la tv", dice l'ex direttore di Sky Tg 24, oggi in Parlamento con Coraggio Italia

Onorevole, ma davvero non vedremo più Giuseppe Conte e i grillini sulle reti Rai? “Ma no, io penso che torneranno presto sui loro passi e tutto sarà come prima”. Emilio Carelli non drammatizza troppo, sa che i problemi del Movimento son ben altri. Conosce bene i due mondi, quello della politica e quello della Tv. È stato, oltre che autore e accademico, direttore di SkyTg24 e vicedirettore del Tg5. Ma soprattutto è entrato in Parlamento, prima di approdare al gruppo Misto e poi in Coraggio Italia, la formazione fondata Giovanni Toti e Luigi Brugnaro, proprio con il Movimento 5 stelle, nel 2018. Uno dei primi, come lui stesso ha dichiarato, a rimanere folgorato sulla via di Beppe Grillo. 

E dunque, di certe bagarre e di teatrini mediatici se ne intende. “Non è possibile boicottare, anche dal punto di vista politico, il servizio pubblico, che vuol dire anche pluralismo”, spiega al Foglio il deputato. “Immagino, e auspico, che in breve tempo cambieranno decisione”. Anche perché, si potrebbe pensare, i primi a rimetterci sarebbero proprio gli esponenti del Movimento, perdendo una delle vetrine più importanti mentre i sondaggi non sono più quelli di una volta, si discute ancora di legge di Bilancio, e l’elezione del presidente della Repubblica è ormai alle porte. È così? “È sempre meglio avere uno spazio in più che uno in meno, ma il problema è strutturale, profondo. E va al di là della Rai”. 

 

Ci spieghi meglio, allora. “Il discorso, più generale, riguarda le personalità. Purtroppo il Movimento è partito con ideali importanti, condivisibili, che hanno coinvolto un elettore su tre nel 2018. Poi però, cammin facendo, ha scelto gente non all’altezza per ruoli importanti. E sono le persone che fanno la differenza. Il consenso non viene perso solo perché non si va in televisione”. E non è tutto, perché nel ragionamento di Carelli l’uscita del leader grillino apre il campo ad altre riflessioni, legate alla governance Rai: “Ho sempre sostenuto che dovesse essere sottratta al controllo dei partiti. Dovrebbe essere governata invece da una fondazione super partes, con profili di altissimo livello che arrivano dal mondo della cultura e dell’università, della comunicazione, della pubblicità e del digitale, che prendano decisioni nell’interesse dell’azienda, come industria culturale”. 

Sembra di sentire un comizio grillino di qualche tempo fa o il punto di vista dello stesso Conte. Se non fosse che l’Avvocato del popolo alla spartizione ha partecipato convintamente, salvo poi denunciare il meccanismo ora che ne è uscito con le ossa rotte. O comunque senza nomine, perché gli altri forse hanno giocato meglio le proprie carte. L’esponente di Coraggio Italia questa volta se la ride, divertito, sospira prima di rispondere: “Concordo, è un po’ paradossale che Conte si lamenti ora. Capisco la sua ira per una situazione del genere ma c’è un problema a monte, bisognerebbe fare una riforma. E poi da che mondo è mondo, il direttore del Tg1 – la principale causa della discordia – viene sempre nominato su indicazione del premier. Lo sanno tutti, è il segreto di Pulcinella”.

 

E allora viene da chiedersi se nello strappo dell’ex premier non si debbano cercare altri significati.  Qualcuno ha parlato di un messaggio per il governo e per le altre forze politiche, anche sul dopo Mattarella. C’è poi chi ha pensato subito a Luigi Di Maio che pare sostenesse, a titolo personale, Monica Maggioni nominata alla direzione del Tg1, e che non disdegnasse nemmeno Simona Sala finita al Tg3. A Carelli viene di nuovo da ridere: “Vedo che i due a livello pubblico si fanno grandi elogi, poi i retroscena parlano di forti contrasti. Dovrebbero dircela loro la verità”.

E altri ancora infine, e forse in maniera un po’ fantasiosa, ci hanno visto un tentativo di cogliere la palla al balzo, di ritrovare un qualcosa del Movimento che fu, in cerca di una centralità ormai sbiadita. E dopotutto lo stesso Carelli, quando a febbraio ha lasciato la compagine, si giustificava dicendo che “il Movimento ha perso la sua anima”. Che stia provando a ritrovarla? “Macché, mi sembra che il M5s non abbia mai abbandonato la Rai. Anzi questa protesta mi pare proprio dovuta al fatto che non riesca ad avere una posizione di rilievo”, conclude il deputato. Intende dire che Conte rosica? “Sì”. Altro che ritorno alle origini, insomma. “Assolutamente”.

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