l'intervista
Ad Aprilia è record di non vaccinati. Ma il sindaco non sembra molto preoccupato
Immunizzato poco più del 60 per cento della popolazione e la terza dose è un miraggio. La città ha il primato, in provincia, per numero di casi e tasso di contagio Rt. "Ma non sappiamo se gli infetti avevano fatto il vaccino. Sono dati che non gestiamo", dice il primo cittadino, Antonio Terra. "Per ora nessuna stretta ulteriore, da parte nostra"
Ad Aprilia, provincia di Latina, si è vaccinato poco più del 60 per cento della popolazione. E la terza somministrazione appare un miraggio: l’ha ricevuta appena il 3 della popolazione. “Siamo arrivati ormai a circa cinquecento contagi”, dice al Foglio Antonio Terra, il sindaco. “Negli scorsi sette giorni abbiamo registrato un aumento considerevole, soprattutto in relazione alla media dell’indice Rt provinciale, pari all’1,1. Noi siamo a 1,8, un dato che confermiamo anche per questa settimana. Inoltre, non ci sono focolai specifici, ma una situazione diffusa: i positivi sono distribuiti su molte famiglie”.
I tanti contagi registrati ad Aprilia sono ormai un tema da diversi giorni: i dati giornalieri della Asl di Latina, aggiornati al 19 novembre, confermano il primato della città pontina con ben 41 nuovi casi, poco meno di un terzo del totale. Il contesto suggerirebbe una strategia di contenimento, che però al momento non è allo studio dell’amministrazione: “Non ci sono oggi gli elementi per pensare a ulteriori strette, da parte nostra. Valuteremo, in caso, con le autorità competenti”.
Le autorità competenti, intanto, hanno sospeso tre medici No vax, tra cui la consigliera di maggioranza Mariana Iulian. Per il sindaco, però, la carenza di personale sanitario non è colpa dei professionisti che non vogliono vaccinarsi: “È una mancanza che dipende dal fatto che più di qualcuno è andato via da qui. La Asl si sta occupando di verificare se queste sospensioni abbiano avuto un’incidenza sul peggioramento del quadro dei contagi e se si tratti davvero di No vax”. Se la struttura sanitaria non ha dubbi a riguardo, Terra difende a spada tratta la sua consigliera, componente della maggioranza in municipio, che dalle autorità sanitarie è stata sospesa. Non è una No vax, è solo malata: “Ha dei problemi di salute personali, è una scelta sua. Ha sempre vaccinato i cittadini, persino i miei genitori”.
Poco importa che esista un obbligo vaccinale per il personale medico e che gli esenti possano regolarmente esercitare la professione con apposita certificazione: il sindaco, forse, è in possesso di informazioni di cui le autorità che hanno disposto la sospensione non sono al corrente. “Su questo tema, aggiungo che da parte della nostra amministrazione non abbiamo riscontrato casi di medici o altri che si sono rifiutati di vaccinare le persone o abbiano svolto attività strane perché ciò avvenisse”. Di chi è la colpa, quindi? “C’è un altro tema legato ai cittadini stranieri: si tratta di diecimila persone, indiani, rumeni, che spesso vivono in campagna. Stiamo verificando se da parte loro c’è una resistenza al vaccinarsi. Non dico sia in larga parte dipendente da loro, ma stanno facendo le verifiche del caso”. E quindi? “Io riscontri formali non ne ho, non ho dati ufficiali: non ci sono mai stati trasmessi, se ne occupa direttamente la Asl di Latina”.
Nonostante la situazione critica in una regione dove la situazione è sotto controllo, Terra non cerca aiuti dalle istituzioni: “Ci pensiamo noi come amministratori a dare un segnale ai cittadini. Bisogna stare più attenti quando si sta in famiglia, sui luoghi di lavoro, seguire le prescrizioni delle autorità sanitarie”. Eppure, la regione si è prodigata per aiutarlo, visto che gli ha suggerito in modo perentorio l’obbligo di mascherina anche all’aperto, introdotto con un’ordinanza emessa il 16 novembre. A confermarlo, l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato. E sui contagi, prosegue il sindaco, “non sappiamo se gli infetti avevano avviato il ciclo vaccinale o meno. Sono dati che non gestiamo. Nella mia amministrazione, però, abbiamo cinque positivi ed erano tutti vaccinati”. I dati, quindi, sarebbero inaccessibili. Eppure, secondo le stime della Asl di Latina, tra i nuovi contagi del comune il 60 per cento è composto da non vaccinati (lo riporta Repubblica). Più che di indisponibilità, ci si dovrebbe preoccupare di chiederli alle autorità preposte.