festa dell'ottimismo
Mario Monti: "Berlusconi al Quirinale? Nel 2013 avrebbe avuto i voti se non fosse stato per Scelta civica"
Il senatore ed ex presidente del Consiglio ha parlato dell'attuale situazione politica europea, italiana e del ruolo dell'informazione sul Covid. Sui rapporti con la Germania ai tempi dell'austerità, ricorda come Papa Benedetto XVI non fu estraneo allo sblocco della situazione
"Dalla difficoltà in cui si sono trovati i sistemi politici italiani per ragioni diverse fino alla scadenza a breve dalle elezioni politiche". Sono molte le analogie che legano il governo di Mario Monti a quello di Mario Draghi, come ha raccontato al festival dell'Ottimismo l'ex presidente del Consiglio e senatore a vita, intervistato da Michele Masneri. "Ai tempi il problema era lo spread - lo scarto tra il tasso tedesco e quello italiano - e oggi 'spread' è in inglese la diffusione del contagio del virus", ha detto Monti.
Alla domanda sulla necessità di una censura dei media, evocata in un talk show, il senatore ha spiegato meglio: "Questo è un periodo di guerra, e proprio perché siamo in democrazia dobbiamo ragionare del ruolo dell'informazione. I regimi autocratici il problema non se lo pongono nemmeno. Allora la domanda è: possibile che in tv, per non parlare di internet, l'argomento della pandemia trovi tutto questo spazio, con tutte le contraddizioni che ne derivano? Non ho proposte concrete al riguardo, ma credo che il primo passo debba essere realizzare che un problema c'è".
Sulla situazione inedita che l'Italia sta vivendo a livello europeo e internazionale, Monti fa un paragone con la situazione tra il 2011 e il 2013: è vero che in un primo momento l'asse Merkel-Sarkozy aveva messo in difficoltà l'Italia, ma la successiva intesa con Hollande, Rajoy - "e anche Obama era fortemente coinvolto" - rese possibile arginare l'eccessiva austerità cercata dalla Germania. Così si è arrivati al "whatever it takes" di Draghi. A proposito dell'attuale premier, Monti ricorda scherzosamente come il passaggio del titolo di Super Mario avvenne "ufficialmente" nel corso di una cena. "Il Trattato del Quirinale con la Francia è un passo importante, ma come hanno ricordato anche Draghi e Macron, lo spirito non è coalizzarsi contro la Germania. Italia, Francia e Germania devono necessariamente condurre insieme l'Europa".
Sullo sblocco dell'austerità tedesca, il senatore rivela come non fu estraneo nemmeno il Papa Benedetto XVI. Mediazione diplomatica? "Sarebbe un termine troppo basso: si trattava di far capire alla classe politica democristiana tedesca, e soprattutto bavarese, che quella rigidità avrebbe finito per spaccare l'Europa".
Molte le analogie con Draghi. Ma con Giuseppe Conte? "Da frequentatore semifurtivo di biblioteche americane durante l'estate, esperienza di cui ha fatto un uso curioso nel cv, a presidente del Consiglio, non male. Però nel suo primo governo non ha diretto lui la politica dell'esecutivo, e questo contrasta anche con la Costituzione. Poi c'è stato un grande progresso".
Berlusconi al Quirinale? "Non so se ci riuscirà, so che nel 2013 non fu eletto presidente della Repubblica perché in Parlamento siedevamo noi di Scelta civica. Altrimenti il centrodestra avrebbe avuto i voti".