lo scenario
Dal Pd alla Lega. Si allarga il fronte per Cartabia premier
Nei confronti del ministro della Giustizia arriva l'endorsement del capogruppo leghista Molinari e della dem Pinotti. Mentre Bonaccini e Tajani condividono i timori di elezioni anticipate
Che l'ipotesi Cartabia premier non sia così campata in aria lo dimostrano alcune reazioni politiche degli ultimi giorni. Che fanno intuire un fronte trasversale che vedrebbe con benevolenza la promozione del ministro da via Arenula a Palazzo Chigi, nel caso in cui Mario Draghi sia dirottato alla presidenza della Repubblica. Così domenica, intervistata da Repubblica, l'ex ministro e senatrice del Pd Roberta Pinotti sul trasferimento della Cartabia a capo del governo ha detto che "è un nome che viene in mente per cariche importanti, sia per personalità, sia per curriculum". E che "sì, è il tempo di una donna premier". Una presa di posizione importante se si pensa a quanto la partita del governo sia inestricabilmente legata a quella del Quirinale. Per cui qualcuno, in caso di ascesa di Draghi al Colle, teme si inneschi un processo di instabilità che porti a elezioni anticipate nel pieno svolgimento della pandemia.
E che Cartabia sia una figura opportuna per scongiurare tutto questo lo provano pure le dichiarazioni di Riccardo Molinari. Oggi al Corriere della sera il capogruppo leghista alla Camera ha detto che lei e Daniele Franco "sono entrambi tecnici di alto profilo. Se si dovesse profilarsi la necessità di varare un governo che accompagnasse il Paese al voto sono figure che potrebbero essere messe in campo". Con quell'ambiguità nell'orizzonte temporale che in ogni caso difficilmente sarebbe più breve del 2023, per quel che riguarda la chiamata alle urne, nel caso appunto si riuscisse a formare un nuovo esecutivo.
Un modo per sgombrare progressivamente il campo da ipotesi di salto nel buio. Che è per altro quanto hanno chiesto nelle scorse ore, con modalità diverse e facendo appello alla continuità a Chigi, altri due big dei partiti che sostengono il governo. E cioè il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani, per cui "non ci può essere una maggioranza sul modello attuale con un presidente del Consiglio diverso da Draghi", come ha detto ieri a Repubblica. O il presidente dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini, che alla Stampa quest'oggi si è mostrato molto chiaro nelle risposte fornite sugli scenari prossimi. "Io mi auguro che sia garantita stabilità", è la sua posizione ufficiale. "Con la pandemia da gestire e ancora da vincere e gli investimenti del Pnrr da realizzare in tempi record, l'Italia non si può permettere salti nel vuoto. Lo ripeto da mesi". Che poi significhi Draghi al governo a ogni costo o che vada bene anche Cartabia per sostituirlo, questo resta tutto da vedere.