Intervista al segretario

Sbarra (Cisl): "Lo sciopero generale della Cgil-Uil è sbagliato e da incendiari"

La frattura tra le sigle sindacali. Ecco perchè il 16 dicembre la Cisl non parteciperà

Carmelo Caruso

“La scelta di Landini e Bombardieri rompe l’unità sindacale, radicalizza il conflitto sociale. Trasforma i luoghi di lavoro in campi di battaglia. E' evidente che il nostro modello di sindacato è opposto. Non si può dire che Draghi non ci abbia ascoltato”. Parla il numero uno della Cisl

Lo sciopero “generale” convocato dalla Cgil e dalla Uil? “Uno sciopero sbagliato e dannoso”. La posizione di Maurizio Landini? Da incendiari. “Radicalizza il conflitto, rischia di danneggiare i lavoratori e di incendiare le relazioni sociali. Trasforma i luoghi di lavoro in campi di battaglia. Non è di questo che abbiamo bisogno”. La Cisl  cosa farà? “Organizzerà un’iniziativa sindacale per spiegare i risultati che abbiamo raggiunto. Sarà una mobilitazione responsabile”. E’ chiaro adesso perché sono diversi? Esiste un sindacato che la pensa orgogliosamente in maniera opposta di come la pensa la Cgil. Non parteciperà allo sciopero del 16 dicembre, non ha intenzione di rompere con il governo e con Mario Draghi. E’ la Cisl. La guida Luigi Sbarra e rivendica la “diversità”. La racconta in questa intervista.


Segretario, lo sciopero generale è in realtà “generalino”. La Cisl ha infatti dichiarato che non ci sarà. E’ pronto a ripetere che lo sciopero del 16 dicembre, convocato da Cgil e Uil, è una scelta irresponsabile? “La Cisl ritiene sbagliato e dannoso il ricorso allo sciopero generale in una fase delicata come questa”. Che fase è? “Una fase in cui il paese ha bisogno di unità per fronteggiare la pandemia e agganciare una ripresa efficace, stabile, equa, duratura. Naturalmente noi rispettiamo le scelte libere e autonome delle altre confederazioni ma sono scelte che rompono oggettivamente il faticoso percorso unitario che abbiamo portato avanti in questi mesi con piattaforme comuni e iniziative nazionali, regionali, nei territori e di categoria”.

 

Passiamo alle ragioni. Caro Sbarra, erano davvero così profonde? Contagi in aumento, disponibilità di governo. Il suo amico Landini è un incosciente? “Innanzitutto le mobilitazioni di queste settimane hanno fatto ripartire l’interlocuzione con il governo e portato a risultati importanti in legge di Bilancio, per i lavoratori, le famiglie, per i pensionati”. Cosa manca? “E’ chiaro che restano alcuni capitoli che dobbiamo affrontare, a partire dal tema della scuola, degli investimenti pubblici e privati, dell’aumento dell’inflazione, del contrasto al caro bollette e soprattutto il tema del lavoro e dell’inclusione per i giovani e donne. Per questi motivi continueremo a incalzare il governo e a esercitare una forte pressione sul Parlamento, nella prospettiva di cambiare e migliorare ulteriormente la legge di Bilancio”. E invece si sceglie il percorso dello sciopero, la radicalizzazione. Che percorso è? “Si radicalizza il conflitto e tutto questo rischia di danneggiare i lavoratori, di incendiare le relazioni sociali, industriali, trasformando i luoghi di lavoro in campi di battaglia. Non è di questo che abbiamo bisogno. Serve invece coesione, responsabilità, partecipazione sociale”.

 

A suo avviso Draghi è il leader con il sigaro in bocca come se lo immagina, a questo punto, una parte del sindacato italiano? “Non si può dire che il premier non abbia ricercato il dialogo con il sindacato. Abbiamo fatto accordi importanti sul pubblico impiego, sulla scuola, sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, sul blocco dei licenziamenti e, proprio ieri, sul lavoro agile. Quando il governo dialoga con il sindacato si raggiungono risultati concreti e stabili, come abbiamo fatto anche con questa manovra”. Vuole fare l’elenco? “Capitalizziamo 7 miliardi (prima erano 3) per la riduzione dell’Irpef a lavoratori e pensionati: l’85 per cento andrà ai redditi sotto i 50 mila euro. Un miliardo e mezzo per la decontribuzione dei lavoratori con redditi inferiori a 35 mila euro”. Ancora? “5,5 miliardi sulle protezioni passive (prima erano 3), via libera al rinnovo dei contratti pubblici, 8 miliardi sulla sanità, 850 milioni sulla non autosufficienza, 4,7 miliardi per sbloccare l’adeguamento delle pensioni. Si allarga la no tax area per i pensionati sino a 8.500 euro. Ottocento milioni in più per combattere il caro bollette, per un totale di 2,8 miliardi: qui siamo ancora bassi e chiediamo un’integrazione, ma il passo è comunque significativo”. Non sono risultati? “Lo sono. Un sindacato deve saper cogliere i risultati che porta a casa. Altrimenti snatura il suo ruolo che non è quello di fare opposizione nelle piazze ma quello di contrattare condizioni più favorevoli per i lavoratori, i pensionati, i giovani, le donne, gli immigrati”.

 

Questa contrapposizione a un governo di emergenza, non rischia di mettere i sindacati fuori dal tempo e dalla storia? Sappiamo dove Landini vuole portare il sindacato. Lei dove vuole portare il suo? “Non credo che oggi sia in discussione il ruolo del sindacato. Anzi è l’esatto opposto. Certo, è anche vero che oggi emergono abbastanza nettamente due “modelli” sindacali assai diversi. Bisogna continuare a mobilitarsi con coerenza e senza velleitarismi. Il compito del sindacato è quello di creare le condizioni per gli accordi”. Avete mai pensato, voi della Cisl, di organizzare una nuova “marcia dei quarantamila”, la passeggiata di chi non sa sempre, e solo, dire “blocchiamo tutto”? “Organizzeremo una nostra iniziativa sindacale. Lo faremo nei prossimi giorni e lo faremo per spiegare i risultati che abbiamo raggiunto e gli obiettivi che vogliamo conquistare nelle prossime settimane con una azione di mobilitazione responsabile, per unire il paese con obiettivi chiari, pragmatismo, concretezza, partecipazione sociale. Faremo questo”.      

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  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio