Il caso
Roma, veleni nella giunta Gualtieri. Gli assessori esterni: "Il Pd ci controlla"
Il Partito democratico di Roma ha costruito una struttura parallela per sovrapporsi a Zevi, Lucarelli e Segnalini.
Commercio, Patrimonio, Lavori pubblici: così i dem piazzano i loro funzionari negli staff e nelle segreteria per gestire i settori più strategici della Capitale
C’è una struttura parallela in Campidoglio. Una cerniera made in Pd, molto centralizzata. Alcuni neo assessori del sindaco Roberto Gualtieri, in privato, già se ne lamentano: “Ma ci controllano?”. Tuttavia, come hanno spiegato loro prima di mettere piede in comune, fa parte delle regole d’ingaggio: voi entrate in giunta, va bene, ma i vostri staff li decidiamo noi. Vale così soprattutto per chi ha delle deleghe pesanti e non è organico al Partito democratico. “Un partito del potere per il potere”, secondo la celebre mappatura fatta da Fabrizio Barca per fotografare il Pd dopo l’inchiesta Mondo di mezzo. Ora il bastone del comando dei dem si muove nell’area (ex Giovani turchi) del deputato Claudio Mancini, braccio destro e sinistro del sindaco. Già di casa in Via XX Settembre quando Gualtieri era ministro dell’Economia. Sicché basta spulciare le prime delibere con l’assunzione degli staff (tecnicamente si chiamano articoli 90) per notare queste “marcature a uomo” negli assessorati strategici. Succede a Ornella Segnalini, “nostra signora delle strade e delle buche”. Una super tecnica: viene dal ministero dei Trasporti come dirigente generale in quiescenza. E’ l’assessora ai Lavori pubblici. Nella squadra ha, fra gli altri, Emiliano Sciascia, ex presidente Pd del IV municipio (47mila euro all’anno). Monica Lucarelli, invece, è la titolare del Commercio: è stata a capo dei Giovani di Confindustria, ha lavorato come manager per Fiat e Italo. Il Pd le ha imposto Jacopo Pescetelli (43mila euro), assessore dem uscente nel I municipio.
Il commissariamento di Lucarelli, lo chiamano così, continua con la presenza di Emanuela Mino, già presidente del consiglio dell’XI municipio, donna di fiducia sempre del deputato Mancini. In questo grande ufficio di collocamento che è il Campidoglio – è sempre accaduto con le giunte che si insediavano, da ultima con Virginia Raggi ed è sempre stato scritto dai giornali con feroci commenti del Pd – ci sono anche altri assessorati finiti sotto le cure dem. Tobia Zevi, candidato come indipendente alle primarie del centrosinistra per il sindaco, ora ha nelle mani un settore nevralgico della Capitale. E’ l’assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative. Sono deleghe pesantissime: ci sono di mezzo tutti gli immobili, residenziali e commerciali, di “Mamma Roma”. In più si occupa di “casa” in una città dove gli sfratti e le occupazioni sono un’emergenza sociale. E poi gli scandali “di Affittopoli” con canoni spesso irrisori e le trattative con le realtà culturali che reclamano spazi pubblici da gestire. Dal patrimonio e dalle politiche abitative, dunque, passa gran parte del consenso di Gualtieri. Sarà un banco di prova per il centrosinistra. Ma anche una finestra sul potere. Il Pd ha piazzato Carlo Mazzei, segretario del circolo di San Giovanni, molto legato anche lui al deputato Mancini. Sarà il capo staff di Zevi. La delibera con il compenso ancora non è passata in giunta. Si trova fra quelle in fila, che aspettano di essere approvate. Alessandro Onorato, navigato politico romano, è il responsabile dello sport e dei grandi eventi: per il momento aspetta a comporre la squadra che lo aiuterà a gestire un altro settore delicatissimo. I tentacoli del partito arriveranno fino a lui o godrà di maggiore autonomia visto che è stato l’architetto della lista civica pro Gualtieri?
Nel cha cha cha delle segreterie, caldissime posizioni di controllo, capita anche di trovare interessanti iniezioni di dem. Sabrina Alfonsi, l’antropologa che ha promesso di liberare Roma dai rifiuti entro Natale, si è ricordata dei vecchi amici. Valerio Barletta, già minisindaco dem del XIV municipio, sarà il suo capo staff (91.089 euro). In squadra con Alfonsi anche la sua ex assessora in I municipio Anna Vincenzoni (57mila euro) e Antonella Liardo (43mila euro) che ha seguito il capo di gabinetto Albino Ruberti dalla regione di Zingaretti al Campidoglio di Gualtieri.
Poi, certo, c’è l’Urbanistica. I rapporti con i grandi investitori, i progetti che attendono da anni nel cassetto, i costruttori che reclamano la giusta attenzione dopo anni di totale noncuranza. Questo binario porta ai treni che contano (fra Expo e Giubileo) e forse anche ai grandi elettori del sindaco. Se ne occupa Maurizio Veloccia, un ex presidente di municipio del Pd risultato il secondo degli eletti alle ultime comunali. L’intenzione dei vertici del Pd romano, che ormai hanno sede in Comune, è quella di farlo “aiutare” da Fabio Bellini, ex consigliere regionale del Pd e già Giovane turco ai tempi della corrente guidata da Matteo Orfini. Si tratta di un altro fedelissimo del deputato Mancini, uomo di ordine e gestione dell’amministrazione. Più autonoma nella scelte finora pare sia stata Silvia Scozzese, vicesindaca e responsabile del Bilancio. Ha optato come capo staff per Francesco Panetti (91mila euro), già vicecapo di gabinetto del ministro per il Sud Mara Carfagna. Le nomine negli uffici degli assessorati sono solo agli inizi. Così come certe “marcature” all’insegna del motto: attento assessore, il Pd ti vede.
L'editoriale dell'elefantino