Verso le suppletive
Elena Bonetti, carta lanciata nel fumo del collegio Roma 1
Campo largo o no? E che fanno Letta e Calenda mentre Renzi avanza la candidatura della ministra Bonetti? Tutti le ipotesi e i nomi sul tavolo per il rinnovo della circoscrizione elettorale del centro della Capitale
Dici “collegio Roma 1” e – non da oggi – spuntano i problemi: è il collegio che fu di Paolo Gentiloni e poi del neosindaco Roberto Gualtieri, ed è il collegio che – passando per il gran rifiuto dell’ex premier a Cinque stelle Giuseppe Conte – rende in prospettiva il prossimo mese complicato (si vota il 16 gennaio, ma bisogna raccogliere le firme e il tempo stringe). E sono giorni in cui non soltanto spuntano problemi, ma in cui i problemi non sono mai quello che sembrano.
Ultimo in ordine di tempo: Matteo Renzi ha lanciato nell’agone il nome del ministro delle Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, ma l’ipotesi che il nome di Bonetti – a suo tempo dimessasi dal governo rosso-giallo – possa raccogliere consensi in tutto il “campo largo”, per non dire tra i Cinque stelle, è considerata di difficile trasformazione in realtà. Non solo: la mossa renziana segue a stretto giro quella calendiana, e le cose si intersecano: era successo infatti che l’ex ministro ed ex candidato a sindaco di Roma, a sentir balenare l’idea di un Giuseppe Conte candidato, aveva subito messo in campo se stesso (se corre Conte con alleanza Pd-M5s, io corro contro, aveva detto Calenda). E sì, Conte si è sfilato in un battibaleno, come già accadde per il seggio di Primavalle, ma intanto Calenda, che da ex candidato ha portato la sua lista civica al livello di primo partito in città, non pare disposto a cedere. Chiede di parlare con Enrico Letta, ha interloquito informalmente con ambienti renziani, ma sembra anche restare dell’idea di schierare la consigliera regionale ex pd Valentina Grippo, radicata sul territorio, nel caso (probabile) in cui con Letta non si raggiungesse un’intesa. Parliamoci, discutiamo, è il leitmotiv di Calenda, ma la raccolta firme per Grippo è già partita, con impronta “civica” simile a quella seguita per la corsa a Roma.
E se Elena Bonetti è considerata da Calenda “persona molto valida”, sempre Calenda continua a ripetere di “aver ricercato Letta” senza ricevere risposta. Che fa Letta? ci si domandava dunque ieri, mentre la carta Bonetti restava immersa nel fumo, come fosse parte di un gioco ancora in corso. E ieri Letta, intervistato dal Corriere.it, diceva che la scelta di Conte “non cambia in nulla la prospettiva, lui ha fatto una valutazione. Mi sembrava che quel collegio meritasse una candidatura autorevole, anche se fuori dalla logica del rapporto con il territorio. Adesso il Pd romano proporrà il nome migliore”. Il Pd romano, infatti, sabato riunirà la direzione per proporre alla coalizione un nome, probabilmente femminile (Letta a suo tempo aveva espresso preferenza per una candidata).
E si ricomincia, dietro le quinte, a interrogarsi. La candidata sarà Cecilia D’Elia, membro della segreteria pd, già portavoce della Conferenza delle donne dem? O l’ex sindacalista Annamaria Furlan? E ieri c’era anche chi parlava del consigliere regionale Marta Leonori, ma resta comunque in campo il nome maschile di Enrico Gasbarra. Fatto sta che il punto resta intanto soprattutto un altro: il collegio Roma 1 sembra infatti diventato terreno di prova generale per le alleanze. E il “campo largo”, se non si trova per esempio l’accordo sul nome renziano Bonetti, potrebbe sembrare espressione soltanto retorica, visto che il Pd avrebbe invece, in nome di un’alleanza a due Pd-M5s, accettato di candidare Conte. (Per non dire del collegio Roma 1 terreno di prova generale per il “dialogo” in vista della futura elezione del presidente della Repubblica).