Obiettivo mancato?
A Roma ancora monnezza. Le minidiscariche intorno ai cassonetti sono centinaia
Intanto Campidoglio e Regione lavorano per una nuova discarica a Magliano, ma i sindaci già annunciano “Faremo ricorso al Tar”. E il piano di Gualtieri che aveva promesso una città pulita entro Natale arranca
L’obiettivo è avere i cassonetti abbastanza vuoti da sopportare l’urto del Natale. Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri aveva promesso una città pulita entro le feste grazie a uno sforzo straordinario. A pochi giorni dalla data fatidica, le condizioni della città, soprattutto in periferia, dicono tutt’altro. Questa mattina nel corso di una seduta della commissione capitolina Trasparenza ha dovuto ammetterlo pure l’assessora ai Rifiuti Sabrina Alfonsi: “Abbiamo preso la città in una situazione di difficoltà estrema e così la raccolta dei rifiuti è andata peggiorando e la città è entrata in un’emergenza rilevante”. Eppure l’assessora è convinta che per Natale si riuscirà almeno a uscire dalla situazione più critica. “Fino a qualche giorno fa – ha illustrato – le segnalazioni di minidiscariche intorno ai cassonetti erano nell’ordine delle migliaia al giorno, adesso la situazione è migliore, abbiamo rimesso in campo diversi mezzi e anche il discusso accordo per incentivare la presenza dei lavoratori nei giorni festivi ha aiutato. Nelle prossime settimane vedremo un netto miglioramento e finanziando ancora il piano straordinario nel prossimo bilancio, le cose finalmente cambieranno radicalmente”.
Nelle ultime settimane gli interventi delle casse-ragno, macchine dotati di una braccio meccanico che permettono di rimuovere le mindiscariche, sono stati oltre 60. Ogni intervento – che dura circa due ore – richiede la presenza di almeno tre operatori e permette di lavorare su circa tre postazione di cassonetti. Il costo per Ama è di circa 600-700 euro a intervento. Ciononostante le minidiscariche non sono ancora scomparse. Come dice Alfonsi, tuttavia, il numero si è ridotto di un ordine di grandezza: sparse per la città ne sono rimaste alcune centinaia.
Campidoglio e Regione Lazio sanno bene però che lo sforzo straordinario sul lato della raccolta non basterà a risolvere il problema se non si troveranno al più presto sbocchi stabili per la spazzatura capitolina. Nelle ultime settimane sono partiti ogni giorno più di 150 tir carichi di rifiuti verso impianti e discariche di mezza Italia. E nel silenzio della giunta su impianti e discariche intanto qualcosa, silenziosamente, si muove.
La Regione è pronta ad autorizzare la discarica di Magliano romano, fuori dai confini della Capitale, di proprietà di Idea4 Srl, società riconducibile al gruppo Acea. L’ex cava, un invaso da 894mila tonnellate, è già autorizzata per accogliere rifiuti inerti (materia di risulta, ghiaia, etc), la Regione ha intenzione di autorizzarla anche per il conferimento di rifiuti urbani con un’integrazione all’attuale autorizzazione senza una nuova e più lunga procedura autorizzatoria che sarebbe necessaria considerando la discarica, così trasformata, come un vero e proprio nuovo impianto. Per questa ragione i 17 sindaci dei paesi limitrofi – compresi quelli del Partito democratico – sono sul piedi di guerra. Alcuni di loro, a partire dal sindaco di Magliano Francesco Mancini, due giorni fa hanno incontrato due dirigenti regionali: Wanda D’Ercoli, responsabile della direzione regionale Ciclo integrato rifiuti, che ha già dato il parere positivo del suo ufficio alla procedura semplificata, e Vito Consoli, capo dell’ufficio Valutazione impatto ambientale, che, invece, settimane fa aveva sottolineato in un parere come la nuova discarica dovesse "essere considerata un nuovo impianto", con oneri per l’autorizzazione ben più gravosi.
Con loro sorpresa i primi cittadini hanno scoperto che Consoli è pronto a cambiare quel parere dopo la presentazione di alcuni aggiornamenti progettuali da parte di Idea4 Srl. Il via libera della Valutazione d’impatto ambientale sarebbe il primo ma fondamentale passo per l’autorizzazione in pochi mesi della nuova discarica. “Faremo ricorso al Tar”, annunciano già i sindaci che considerano la decisione un ingiustizia. “Si cercano di violentare le regole del diritto per scelte politiche discutibili che servono solo a Roma e ad Acea”, attacca il sindaco Mancini. “È evidente come ci sia stata una palese e repentina marcia indietro da parte dell'area Valutazione di impatto ambientale che si è sostanzialmente rimangiata il parere espresso lo scorso giugno”.
Della discarica all’interno dei confini capitolini, che tanto aveva fatto litigare Virginia Raggi e Nicola Zingaretti, invece, ancora nessuna notizia. La Regione Lazio dopo il cambio di giunta in Campidoglio sembra essersene dimenticata: ha smesso di minacciare commissariamenti come accaduto invece a Latina, dove la gestione del ciclo, due settimane fa, è stata commissariata.