Verso il Cdm
Lega e Fi frenano Draghi sulle concessioni balneari. E il Pd sbuffa
Il premier accelera sulla messa a gara degli stabilimenti. Al Mise i ministri di centrodestra, Giorgetti, Garavaglia e Gelmini, incontrano le categorie e si decide di rimandare tutto a metà gennaio. Salvini esulta. I dem mugugnano
Si voleva fare ordine ed è finita che si farà “un tavolo”. Adesso si capisce cosa intendeva Giancarlo Giorgetti quando diceva che non si può logorare un uomo, la sua credibilità, e che i partiti gli renderanno la vita difficile. Aveva ragione. E’ perfino stato un successo, ma Mario Draghi l’avrebbe voluto ottenere adesso. C’è un Cdm che si terrà oggi e che aveva, almeno fino a ieri, un obiettivo preciso. Andava oltre la pandemia. E’ ormai sicuro che si modificheranno le regole sulla quarantena e che si calmiereranno i prezzi delle mascherine Ffp2 così come chiedono le regioni. C’era però altro.
Non era solo per questo che i ministri erano stati preallertati. Il vero motivo per cui era stato convocato il Cdm era approvare un provvedimento sulle concessioni balneari. Da trent’anni è un settore che non si riesce a normare e da anni la Lega si oppone alle regole europee. L’Italia è stata infatti sanzionata dall’Europa, è sotto procedura d’infrazione perché incapace di metterle a gara. Non sappiamo neppure a chi sono state assegnate, non si possiede una vera mappatura. A febbraio, la Commissione europea si esprimerà nel merito. Perfino il Consiglio di stato ha stabilito, con una sentenza, che la proroga del governo Conte I, in pratica una norma che congelava la situazione, doveva essere l’ultima: mai più dopo il 2023.
Ecco perché il premier vuole “fortemente” questo provvedimento, un testo per dimostrare all’Europa che l’Italia è capace di intervenire prima di febbraio. Ha chiesto a Giorgetti e Massimo Garavaglia, i due ministri della Lega, Sviluppo economico e Turismo rispettivamente, di raccontarlo, di presentarlo, alle associazioni balneari. E loro lo hanno fatto, proprio ieri, insieme alla ministra Mariastella Gelmini. L’idea del governo è semplice e liberale: tutelare chi ha investito, chi ha mantenuto l’ecosistema, assegnando punti di vantaggio. Imprescindibile rimane però il principio della gara, della competizione.
Garavaglia ha ripetuto: “Bisogna fare le cose bene e in maniera condivisa”. Giorgetti ha spiegato: “Da questa vicenda se ne deve uscire per sempre e in maniera intelligente” perché “se buttiamo sempre la palla in avanti può anche accadere che vada bene, ma è quasi sicuro che vada male”. E anche i balneari erano d’accordo sulle intenzioni, salvo però “un tavolo tecnico politico” per arrivare a un testo “condiviso” da presentare, a sua volta, non prima di metà gennaio.
La Lega, in una nota, ha ripetuto che l’obiettivo è tutelare “i sacrifici degli imprenditori balneari”. Il Pd era invece infastidito perché i suoi ministri non sono stati coinvolti. Una domanda: è così che Draghi dovrebbe governare un anno ancora?