Il Cdm della sera
La Lega di Giorgetti ferma Draghi sul super green pass esteso ai lavoratori
In cabina di regia tutti d'accordo sulle nuove regole che riguardano la quarantena (eliminata per i trivaccinati) ma il governo (e il centrodestra) si spacca sull'obbligo di certificazione verde. Giorgetti contro Brunetta. Torna l'asse gialloverde
Ieri si diceva “domani” e solo di pomeriggio si stabiliva “il Cdm si tiene stasera, 29 dicembre”. Per tutto il giorno i ministri hanno in messo in dubbio che il Consiglio sarebbe stato convocato. Nessuno era nelle condizioni di confermare. Le speculazioni tantissime. Le misure tutte possibili e dunque tutte mezze false. Il Cts è rimasto riunito per due ore. La cabina di regia si è aperta solo alle 16,30. Il Cdm dopo. Tardi. Erano le 19,30.
Il governo ha chiesto alla comunità scientifica di pronunciarsi sulla riduzione della quarantena (per chi entrava in contatto con un positivo) e la comunità scientifica ha risposto che si può eliminare “ma solo per i vaccinati con booster” e solo per gli impiegati “nei servizi essenziali”.
Le misure varate, ma nel momento in cui si scrive, sarebbero queste: certa la cancellazione della quarantena per i trivaccinati, discussa e controversa l’estensione del green pass nel mondo del lavoro (Lega e M5s perplessi). Erano proposte formulate dalla regioni. La prima è acquisita, la seconda destinata al rinvio. E’ stato infatti il “mercoledì della parola”. A “parole” il Cdm avrebbe dovuto avere perfino un altro argomento e la sensazione, da parte di alcuni ministri, è che nella parola si stia annegando. Da almeno due giorni è come se “quarantena” non sia solo il termine della nazione, ma lo stato dell’esecutivo.
Va insomma ricordato che sono state le regioni a invocare l’eliminazione della quarantena, a chiedere l’estensione del super green pass per tutto il mondo del lavoro. Lo hanno fatto attraverso il loro presidente e il vice, Massimiliano Fedriga e Giovanni Toti. Sono state in parte accontentate. In parte. Al momento in cui si scrive vengono ipotizzati tre tipi di quarantena: 10 giorni per i non vaccinati; 5 giorni (ma con tampone) per chi è in possesso del super green pass da 120 giorni; autosorveglianza per chi ha effettuato la dose booster. Non è stato sulla quarantena che i partiti si sono divisi ma sull’estensione del super green pass che si traduce in un obbligo per oltre 25 milioni di lavoratori. Da giorni c’è un ministro che ripete che è necessario farlo e che è possibile cominciare dalla Pa. E’ Renato Brunetta. Mario Draghi ha sempre ascoltato con attenzione e pensato che l’eventuale estensione debba riguardare tutti ma solo dopo aver ragionato con le parti sociali. Ieri, in cabina di regia, il centrodestra si è diviso. Forza Italia era per estenderlo, almeno nella Pa, mentre la Lega no. Si è opposta.
Lo ha fatto con il suo capo delegazione Giancarlo Giorgetti e lo ha fatto dicendo “nella mia contrarietà non c’è nulla di ideologico ma il super green pass, che di fatto è un obbligo vaccinale, deve andare di pari passo con un’assunzione di responsabilità da parte dello stato”. Ha trovato la sponda di Stefano Patuanelli, anche se per ragioni diverse, così come la replica di chi, ed erano i ministri di FI, ed è la seconda volta che accade, ha notato: “Caro Giancarlo, è stato Fedriga a chiedere l’estensione del super green pass, non fa parte forse della Lega?”. E dicono che a quel punto il ministro dello Sviluppo abbia continuato come se lo scontro lo stimolasse. Ha chiesto addirittura di “eliminare la manleva” (la liberatoria che si firma nel momento della vaccinazione) e poi, ancora, un elenco speciale, di prevedere una spesa per eventuali indennizzi. Con una certa dose di sfrontatezza, ed evidentemente di sicurezza, sempre Giorgetti dichiarava che del green pass esteso ai lavoratori se ne sarebbe parlato al prossimo Cdm. Tutto questo mentre stava per prendere posto al Cdm di oggi.