il retroscena
Così Conte e Di Maio si sfidano in Parlamento in attesa del Quirinale
L'ex premier si fa preparare un tabella per classificare le truppe: al Senato è convinto di averne 70 su 74, alla Camera bacchetta i deputati dimaiaini. Il ministro degli Esteri confessa al Pd: "A Draghi posso garantire 40 voti dei miei, per il Colle". E intanto tiene un filo diretto con Arcore
La conta che prelude alla resa dei conti. I due si misurano. E misurandosi, si sfidano nella lunga vigilia del Quirinale. E il bello è che alla fine Giuseppe Conte e Luigi Di Maio arrivano agli stessi risultati. L’ex premier è convinto di controllare almeno 180 dei 232 parlamentari grillini. Un calcolo troppo rassicurante? Non pare, se è vero che il ministro degli Esteri, negli scambi di auguri natalizi con un esponente del Pd, si è detto convinto di poter dirottare sulla candidatura di Mario Draghi non più di 40 voti.
Quasi tutti alla Camera, pare. Almeno a fidarsi del pallottoliere dell’avvocato del popolo, che giorni fa si è fatto preparare una tabella dei fedeli e dei sospettati. “Sono 68 o 69, su 74, quelli che ti seguirebbero se dicessi di non votare per l’attuale premier al Colle”, gli hanno riferito le sue sentinelle a Palazzo Madama. Le ansie del giurista di Volturara sono invece concentrate sulla pattuglia di Montecitorio. Lo dimostra anche il nervosismo con cui, giorni fa, Conte s’è rivolto ad alcuni noti esponenti dimaiani per esortarli, provocatoriamente, a fornire maggiori veleni alle agenzie di stampa, per poi inviare Michele Gubitosa, fidato pretoriano di Giuseppi, a catechizzare pure i cronisti meno allineati (“Ma tu perché segui sempre le indicazioni dei parlamentari vicini a Luigi?”).
Alla Farnesina fanno buon viso a cattivo gioco, dicendosi convinti di poter raddoppiare le reclute nell’imminenza della sfida quirinalizia. E in ogni caso Di Maio, a dispetto di carotaggi interni che lo vedono assai più indietro del rivale Conte, prova a scommettere sulla trasversalità delle sue relazioni, che potranno dunque garantirgli una certa centralità nella partita del Colle. Ieri ha dovuto rinviare l’incontro col sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, per via di un contatto con un positivo nella sua Pomigliano d’Arco che lo ha costretto alla quarantena. Ma è stato ben lieto di ricevere dei dispacci da Arcore con cui gli si chiedeva di incontrare dei fidatissimi emissari del Cav.: appuntamento fissato a metà gennaio. E intanto a dimostrare stima e speranza c'è il quadro che Berlusconi ha fatto recapitare al grillino come regalo di Natale. Un pensiero foriero, magari, di altri pensieri fra un mese.