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quirinalia

Che fatica la salita al Colle

Antonello Capurso

Donne che non si trovano e allarme Covid

 

Donne 1

L’appello di Dacia Maraini, Liliana Cavani, Fiorella Mannoia, Serena Dandini, Edith Bruck, Luciana Littizzetto, Andrée Ruth Shammah, Michela Murgia, eccetera eccetera, affinché si individui una donna con meriti e titoli per il Quirinale, non trova insensibile l’onorevole Gianfranco Librandi (Italia viva), che osserva: “Abbiamo bisogno che Draghi rimanga a Palazzo Chigi e a me piacerebbe molto che al Quirinale andasse una donna. Ce ne sono di livello che possono aspirare, però Elisabetta Casellati non ce la fa, Marta Cartabia non piace né alla Lega né ai grillini, Rosy Bindi non la votano e Paola Severino ha contro il centrodestra. Comunque le donne autorevoli non finiscono qui…”.

 

Donne 2

L’onorevole Guia Termini (Misto, ex M5s), vicina alle posizioni dell’ex sottosegretario onorevole Alessio Villarosa, ritiene: “Se non si tratta di un progetto politico generale, che sarebbe più difficile, insieme ad altri ex 5 Stelle potremmo raccordarci con i 18 grandi elettori di Alternativa e arrivare anche a una quarantina di voti da convogliare su un nome di donna per il Quirinale. Però io non ho ancora un mio nome preferito”.

  

Draghi dove?

Il senatore Paolo Romani (Coraggio Italia) vedrebbe bene la permanenza di Mario Draghi a Palazzo Chigi: “Se Draghi non va al Quirinale resta a Palazzo Chigi, la legislatura prosegue e la classe politica potrà occuparsi di una legge elettorale proporzionale, il tedeschellum, che potrebbe consentire proprio a Draghi di portare a compimento il Pnrr fino al 2026 per onorare le promesse straordinarie che abbiamo fatto all’Europa. Se invece Draghi restasse fino alla più vicina scadenza naturale della legislatura andrebbe bene ugualmente perché il lavoro vero con l’Europa si svolgerà nei prossimi due anni con le riforme ormai avviate e i soldi già arrivati”.

   

Il piano B

Il senatore Paolo Romani (Coraggio Italia) ritiene: “Berlusconi vuole candidarsi al Quirinale, vive questa situazione come una specie di risarcimento dopo la sua estromissione dal Parlamento, però è anche l’uomo delle missioni impossibili. Intanto ha obbligato il centrodestra a votarlo finché lui decide che deve essere votato, e non sarebbe neanche introvabile la cinquantina di voti che gli manca. Però se decidesse di provare commetterebbe un errore: la sottovalutazione del voto segreto. Invece potrebbe essere lui il king maker di un’altra candidatura, obbligando il centrodestra a un nuovo scenario che potrebbe comprendere la sua nomina a senatore a vita insieme a Prodi, a titolo di pacificazione di un periodo storico del paese”.

   

Covid 1

Il senatore Paolo Romani (Coraggio Italia) osserva: “Se 50 parlamentari si prendono il virus nel pieno delle votazioni, con mille persone nell’aula di Montecitorio che ne contiene 600, tutti raggruppati, vorrei sapere cosa succede. Un focolaio spaventoso! E non è che si può rimandare perché oltre il 3 febbraio non si può andare, né si possono escogitare modifiche alle procedure visto che tutti i passaggi sono costituzionalizzati. Sono cavoli!”.

 
 
Covid 2

Il capogruppo Leu alla Camera, onorevole Federico Fornaro, dichiara: “Per la prima volta nessuna coalizione ha i numeri e quindi non si capisce perché debba essere il centrodestra ad indicare qualcuno al centrosinistra. In ogni caso si vedrà negli ultimi due o tre giorni e con esiti per ora non prevedibili, e ancor meno prevedibili con il Covid che incombe e rende tutto più difficile. E se ci troviamo con il 10 per cento dei grandi elettori con il Covid?”.
 

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