QUIRINALIA
L'appello di Maraini, la risposta di Boldrini, il terrore di Santanchè. Scenari per il Colle
La scrittrice lancia una proposta per una presidente donna. L'esponente del Pd ci sta. Mentre l'onorevole di FdI teme il Mattarella-bis
Maraini rilancia. L’appello lanciato da Dacia Maraini e firmato da Liliana Cavani, Fiorella Mannoia, Edith Bruck, Luciana Littizzetto, Sabina Guzzanti, Andrèe Ruth Shammah, eccetera eccetera, affinché si individui una donna con meriti e titoli per il Quirinale, ha avuto echi fino in Sud America. Fatto confermato dalla stessa Maraini, che chiarisce: “Ho ricevuto tantissime telefonate e mail di persone comuni che vorrebbero firmare anche loro l’appello per una donna presidente della Repubblica, mi hanno appena chiamato anche tre giornali spagnoli e uno austriaco che volevano saperne di più. Qualcuno mi dice: perché non avete fatto i nomi? Ma il nostro appello non era per fare propaganda elettorale, bensì per affermare un principio: che le donne abbiano rappresentanza. Dopodiché, non è un segreto, a me piacerebbe che si individuasse una donna di sinistra, ma che rispetti la destra, e che una volta salita al Colle sia super partes”.
Boldrini apprezza. L’appello di Dacia Maraini eccetera eccetera, è piaciuto all’ex presidente della Camera onorevole Laura Boldrini (Pd), che sottolinea: “L’appello lanciato da Dacia Maraini insieme a tante donne intellettuali e autorevoli è importante perché rompe gli automatismi, lo schema per cui la discussione sul Quirinale è riservata agli uomini e gestita in un club maschile. Dopodiché ci vorrebbe una donna barra un uomo, che sia autorevole, specchiata barra specchiato, europeista, antifascista come è la costituzione, con un alto concetto delle istituzioni e capace di raccogliere un ampio consenso in parlamento. Naturalmente io sarei felice se questi criteri venissero trovati in una donna, e punto sul colpo di scena dell’ultimo momento. Quindi diciamo con Gramsci: il pessimismo della ragione, l’ottimismo della volontà”.
Il dibattito surgelato. L’onorevole Laura Boldrini (Pd) rileva: “Con la destra che continua a portare avanti il nome non adatto di Berlusconi, il dibattito si è surgelato. Finché non si toglie di mezzo questa candidatura impraticabile non si può ragionare sul resto. E il confronto viene reso ancora più difficile da affermazioni propagandistiche come quelle di Giorgia Meloni che vuole un presidente patriota. Come se gli altri non lo fossero stati!”.
Il terrore della Santanchè. L’onorevole Daniela Santanché (Fratelli d’Italia) dichiara: “Potresti scrivere così: il terrore della Santanchè è che, al contrario di quello che si è detto, Mattarella vada verso il secondo incarico. Anche a causa di questa storia del Covid temo che si proceda in quella direzione ma è una vergogna, uno scandalo. Poi, se il centrosinistra vince le elezioni politiche si dimette, mentre rimane se le vince il centrodestra”.
Con Draghi si accorcia. L’onorevole Michaela Biancofiore (Coraggio Italia) osserva: “Se Berlusconi me lo chiedesse di persona e con personali motivazioni io lo voterei ma il Quirinale resta un terno al lotto. Non c’è un partito che non sia spaccato al suo interno a parte Fratelli d’Italia, e qualunque candidato rischia l’impallinamento a 360 gradi. Oltretutto c’è la possibilità che con il Covid qui neanche si vota, sono mesi che lo dico. Comunque mercoledì noi di Coraggio Italia ci vediamo e credo che prevarrà l’idea di convergere su Draghi alla prima chiama, anche se non è detto che tutti voteranno secondo le indicazioni del gruppo. Io mi domando: perché tutti quelli che non ritorneranno in parlamento dovrebbero votarlo con il rischio immediato di accorciare la legislatura?”.
Con Draghi si allunga. L’onorevole Andrea Cecconi (FacciamoEco) ritiene: “Se Draghi chiederà il voto per sé lo chiederà quando è ora di chiederlo. Quindi se a un certo punto dirà: io voglio andare al Quirinale come fai a non sostenerlo? Voglio proprio vedere, diventa difficile se tu appoggi questo governo dire poi: non ti mando. E se non lo mandi, lui torna a palazzo Chigi o se ne va per la sua strada? Dalla quarta votazione è quella la situazione da chiarire, e che poi si andrebbe subito a elezioni anticipate è da vedere. Sono tutti sufficientemente aggrappati alla poltrona da non voler perdere neanche un giorno di legislatura”