Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci (foto Ansa)

l'intervista

"Chi se non Draghi”? Appello del sindaco pd di Pesaro per il premier al Colle

Marianna Rizzini

Matteo Ricci spiega perché, dopo il no di Mattarella al bis, il passaggio di Draghi da Palazzo Chigi al Quirinale sarebbe quello più naturale

Il Mattarella bis sarebbe bellissimo: così parlò il segretario pd Enrico Letta. Ma la strada è difficile se non impossibile, e il sindaco pd di Pesaro Matteo Ricci ricorda con il Foglio il giorno d’estate in cui Sergio Mattarella si è recato in città e lui, Ricci, ha detto che avrebbe voluto vedere confermati Mario Draghi a Palazzo Chigi e il presidente sul Colle. “Molti italiani sarebbero d’accordo”, dice Ricci: “Abbiamo registrato la conferma della indisponibilità di Mattarella per un bis, strada percorribile solo di fronte a un appello di tutte le forze politiche. Ma in ogni caso – e lo dirò domani nel corso della direzione del Pd – serve ora all’Italia una figura di altissimo profilo, qualcuno che abbia standing internazionale e capacità di tenere insieme forze diverse, e che goda della fiducia dei cittadini: chi se non Mario Draghi?”.

Ricci – sindaco che, come molti altri amministratori locali, sa dalla trincea del territorio che non ci si può ora permettere di perdere treni né sulla lotta al Covid né sul Pnrr – non vede “altri che Draghi, onestamente, con questo profilo. E a pochi giorni dall’inizio delle votazioni per il Colle mi rivolgo alle altre forze politiche: ci serve un presidente di tutti, bisogna convergere su chi potrebbe esserlo. Lo dico ai Cinque stelle, innanzitutto, ma anche al centrodestra. Penso ci sia una parte del centrodestra che finge di volere Silvio Berlusconi al Quirinale, e c’è chi gli vuole davvero bene e cerca di farlo ricredere. Bene, ora è il momento di prendere posizione a favore dell’ipotesi Draghi presidente della Repubblica. Avrei voluto anche io mantenere lo schema attuale – Mattarella al Colle e Draghi a Palazzo Chigi – ma ora l’urgenza è mettere in sicurezza il paese. Ecco, senza nulla togliere ad altri nomi emersi in questi giorni per il Colle, donne e uomini, non vedo nessuno che abbia lo standing di Draghi. E abbiamo bisogno di un presidente europeista ma non di parte, come ha detto anche Letta, non di un presidente divisivo scelto magari dopo la quarta votazione con la maggioranza relativa: vorrebbe dire sicuramente caduta del governo”.

Il governo è comunque il passaggio successivo, anche nell’eventualità di un trasloco di Draghi al Quirinale: “Io credo che un accordo largo su Draghi comporterebbe anche un accordo largo attorno a un governo non troppo diverso da quello attuale”, dice Ricci, “proprio per proseguire il lavoro importante che si sta facendo, a partire dal Pnrr ma non solo, avendo Draghi come garante dal Colle”. Se potesse, il sindaco di Pesaro clonerebbe dunque la compagine attuale: “Non per niente lo chiamano negli scenari ‘governo fotocopia’, cioè un governo con i ministri chiave confermati e un presidente del Consiglio che, con un patto che ci porti a fine legislatura, permetta il perseguimento di pochi obiettivi chiari: la lotta al Covid, il Pnrr e i rimedi per quella che si profila come la prossima emergenza, ovvero l’inflazione”.

Ultimo ma non ultimo, “la legge elettorale: il Rosatellum non garantisce governabilità e rappresentatività, io credo che la via da preferire sia quella di un sistema elettorale proporzionale con sbarramento al cinque per cento. Si semplificherebbe così il quadro politico, pur dando la possibilità a tutte le forze di proporsi all’elettorato con la propria identità. Senza contare che si potrebbero per così dire ‘stanare’ i moderati del centrodestra, capire se davvero vogliono liberare la parte moderata del centrodestra dall’abbraccio dei sovranisti o se le loro sono solo parole”. Vorrebbe vedere, Ricci, nei prossimi giorni, la materializzazione di una sorta di “scenario Ciampi”: “Su Draghi potrebbe esserci intanto la convergenza di tutte le forze che sono con lui al governo, e anche Giorgia Meloni, io credo, lo voterebbe. Sarebbe un segnale forte anche all’estero, un segnale dato da un’Italia che sa essere unita per l’interesse superiore del paese”. Si vedrà se il messaggio verrà raccolto, tra il vertice del centrodestra di oggi e la direzione pd di domani.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.