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I dati e la crisi da sovraccarico Asl

Scuola, la riapertura regge alla dad ma la gestione quotidiana affanna

Marianna Rizzini

Il 93 per cento delle classi è in presenza, dice il ministro Bianchi. Ma le Asl restano in sovraccarico anche dopo le risorse messe a disposizione dal commissario Figiuolo

“Dad attivata per una classe su cinque, didattica per tutto il gruppo solo nel 6,6 per cento dei casi, 93 per cento delle classi in presenza”. Sono i dati forniti dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, in audizione in Commissione Cultura alla Camera. Mario Draghi “aveva chiesto la scuola in presenza all’inizio del suo mandato”, ha detto Bianchi, fornendo i dati delle classi con attività integrata – la lezione in presenza e a distanza in contemporanea (13,1 per cento) – e quelli relativi agli studenti a casa per contagio o quarantena. E i dirigenti scolastici, che nei giorni precedenti avevano fornito stime diverse, oggi hanno preso atto con soddisfazione dei dati letti da Bianchi, ha detto il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli, chiedendo una pubblicazione settimanale degli stessi: “Le nostre stime erano diverse in quanto basate sulle continue e costanti comunicazioni dei nostri iscritti, provenienti da tutto il territorio nazionale, che segnalavano l’infittirsi dei casi di contagio”, ha detto oggi Giannelli, invocando nel contempo “la semplificazione drastica del protocollo di gestione dei casi positivi, allo stato attuale del tutto inapplicabile per il collasso dei dipartimenti di prevenzione delle aziende sanitarie, nonostante l’immane sforzo di collaborazione sopportato dalle scuole”. E il punto è ancora quello: come alleggerire il lavoro delle Asl, per evitare che la scuola ne risenta. E se la sottosegretaria all’Istruzione Barbara Floridia sottolinea “che è necessario continuare ad aiutare le scuole ad affrontare le difficoltà gestionali che devono fronteggiare”, ma si dice convinta che la linea del governo “stia funzionando”, dal fronte della gestione quotidiana si registrano dubbi.

 

Come fare a evitare il sovraccarico per le Asl? Si era parlato, un mese fa, dell’aiuto del commissario Figliuolo per lo screening scolastico, e nelle Regioni, per esempio nel Lazio, si registra l’arrivo di personale aggiuntivo per i drive-in, ma è come se attorno alla scuola si verificasse uno scaricabarile che ricorda altri tempi pandemici: da dove proviene lo stallo? Questo ci si domanda, mentre appare evidente che non si possa delegare all’apparato messo in campo da Figliuolo la soluzione di problemi “endemici” della scuola già prima della pandemia. E ora che la scuola è un’emergenza proprio a causa della pandemia, individuare in questa o quella negligenza (ritardi delle Regioni nelle richieste? task-force aggiuntiva comunque insufficiente?) la causa della ciclica “crisi da minaccia-Dad” non aiuta a risolvere definitivamente la questione, più volte affrontata con metodi poi rinnegati (vedi il coordinamento in mano ai prefetti, che pareva però dare risultati). E c’è chi, tra gli esperti del settore, chiede che venga data alle scuole l’autonomia di agire per fronteggiare l’aumento dei contagi, attraverso l’individuazione di personale dedicato zona per zona (dai pediatri di base da attivare per due o tre scuole, quartiere per quartiere, alle associazioni di volontariato sanitario). Fatto sta che tra ministero, istituti e struttura commissariale sembra a volte che si proceda in modo asincrono. Intanto i danni di due anni di Dad, seppure a intermittenza, pongono un altro tema: come pianificare interventi a largo spettro che rendano la scuola pronta a fronteggiare le emergenze e come aiutare i ragazzi e le famiglie che con i danni da Dad già hanno a che fare (ferve il dibattito sul bonus psicologo). Stasera sera il ministro Bianchi ha ricevuto dai sindacati Flc Cgil l’annuncio di una possibile “diffida” sui dati, definiti “opachi” e “meno rassicuranti di quanto appaiano”. 
 

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.